dal nostro inviato GENOVA Mancini non riesce proprio a curare il mal di gol della Nazionale. Che, anche nell'amichevole di Marassi contro l'Ucraina, fa cilecca: 1-1....
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Domenica a Chorzov, contro la Polonia, l'Italia è attesa da una gara da dentro o fuori: c'è il rischio di finire nella Lega B di Nations League e di non essere, nel sorteggio del 2dicembre a Dublino, tra le teste di serie nelle qualificazioni per Euro 2020. Mancini, solo 1 successo (contro l'Arabia Saudita) nei 6 match della sua éra, dovrà riaffidarsi al tridente più tradizionale, con Immobile, tra l'altro l'unica prima punta tra gli attuali convocati, a fare il centravanti. Sui lati di sicuro Bernardeschi e uno tra Insigne, mai pericoloso e oscurato nel ruolo che è comunque inedito, e Chiesa, entrambi però deludenti nel 4-3-3 riproposto contro l'Ucraina di Shevchenko.
FISICAMENTE IN CRESCITA
La Nazionale, solo 8 gol in 12 partite (e in 12 mesi), almeno ritrova la condizione atletica. E l'agonismo, sempre da controllare, di Verratti. Più il dinamismo del debuttante Barella (nel finale esordio anche per Piccini, il 10° con questo ct). Jorginho, però, non alza il ritmo e l'Italia va ad intermittenza e rischia pure il ko. Bonucci, all'inizio e alla fine del match, è l'azzurro più pericoloso. Meglio che niente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero