L'Italia non si inginocchia contro l'Austria, gli avversari neanche. Salvini: «Viva la libertà»

Era un momento molto atteso, perché l'indecisione azzurra sull'inginocchiarsi o meno prima del fischio d'inizio di Italia-Austria ha fatto discutere...

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Era un momento molto atteso, perché l'indecisione azzurra sull'inginocchiarsi o meno prima del fischio d'inizio di Italia-Austria ha fatto discutere tantissimo negli ultimi giorni. Alla fine la decisione della Nazionale di Roberto Mancini è stata di non inginocchiarsi. «Non c'è stata alcuna richiesta - ha spiegato Giorgio Chiellini prima del match -. Quando capiterà qualche richiesta da altre squadre ci inginocchieremo per senso di sensibilità verso l'altra squadra e cercheremo di combattere il razzismo con le iniziative della Federazione». Dopo la partita contro il Galles, il fatto che solo metà squadra si fosse inginocchiata ha sollevato una polemica arrivata fino agli ottavi di stasera. Inizialmente la Nazionale sembrava aver deciso di inginocchiarsi tutta unita, poi no. L'indecisione ha accompagnato le ultime ore, anche se gli azzurri di Mancini avevano altri pensieri per la testa. La scelta di non inginocchiarsi è stata apprezzata da Salvini: «Viva lo sport e la libertà»

L'Italia si inginocchia o no contro l'Austria? Quanto è fastidioso il rumore dell'indecisione

Il caso dell'Italia in ginocchio: cosa è successo

Già, ma perché e quando è nato il caso? A pochi secondi da Italia-Galles allo stadio Olimpico di Roma, ad inginocchiarsi a sostegno del Black Lives Matter, il movimento anti-razzismo verso le persone di colore, sono stati in sei (Belotti, Pessina, Bernardeschi, Toloi, Chiesa ed Emerson). Era la prima volta che gli azzurri si "schieravano", ma il fatto che lo abbia fatto solo metà squadra ha creato qualche polemica nei giorni successivi.

Il Black Lives Matter, dicevamo: è nato in America, dalla comunità afroamericana, e poi è diventata globale. Perché tutto il mondo ne ha colto il significato e l'importanza. I primi a farlo sono stati quelli più vicini geograficamente, e quindi negli Usa: si sono inginocchiati i giocatori di basket in NBA e i professionisti di tutti gli sport americani. Ma poi l'onda è arrivata naturalmente anche in Europa, seppur con risultati diversi.

Alcuni movimenti di destra, per esempio, non hanno accettato di buon grado il gesto: «Se vi inginocchiate, spegniamo la televisione», il messaggio partito (con tanto di hashtag #SiSeArrodillanAPagaLaTele) dai alcuni tifosi spagnoli. Problemi anche in Russia-Belgio, dove i tifosi di casa hanno fischiato i belgi che si erano inginocchiati prima della loro partita. Proprio il Belgio, insieme all'Inghilterra, sta portando avanti questa forma di protesta.

 

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Il Messaggero