Musetti punta sul rosso per un posto in top 10: «Il mio dritto è migliorato. Jannik e Matteo? Mi spingono a dare di più»

Dopo l'eliminazione dagli Australian Open, il carrarese sceglie la terra rossa di Buenos Aires: "Lo scorso anno ho investito sul cemento, ora torno sulla mia superficie"

Musetti punta sul rosso per un posto in top 10: «Il mio dritto è migliorato. Jannik e Matteo? Mi spingono a dare di più»
Per entrare per la prima volta fra i top 10, il 20enne Lorenzo Musetti (n. 18), ha scelto la terra rossa in Sud America. Questa settimana a Buenos Aires (1 Alcaraz, 2 Norrie)...

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Per entrare per la prima volta fra i top 10, il 20enne Lorenzo Musetti (n. 18), ha scelto la terra rossa in Sud America. Questa settimana a Buenos Aires (1 Alcaraz, 2 Norrie) è esentato dal primo turno, mentre il rientrante Fognini affronta Djere. Poi l'allievo di Simone Tartarini giocherà Rio e Santiago.

Musetti, che cosa guadagna sulla "sua" terra rispetto al cemento?
«Sicuramente la terra è la superficie dove sono nato quindi mi riesce meglio adattarmi soprattutto agli spostamenti che cambiano molto e sulla lunghezza dei punti. Le traiettorie cambiano rispetto al veloce però credo che l'idea di gioco deve perseguire su tutte e due le superfici e devo cercare sempre un tennis offensivo».

Il dritto, che ha migliorato, diventa ancor più importante sulla terra?
«Io credo che il mio dritto sia migliorato non solo tecnicamente ma anche perché lo sto cercando di più e sono diventato più concreto nell'offendere anche di sventaglio».

Sulla terra si sente ancora comunque più forte e fisicamente si sente pronto?
«Credo di essere molto migliorato sulle superfici dure e nel fisico sento di aver lavorato bene e di essere cresciuto. Ma a volte la tenuta mentale è quella più importante soprattutto nelle partite 3/5».

Quale top Ten si sente di poter battere sulla terra e non sul veloce e perché?
«Forse Hurkacz: il suo gioco dipende molto dal servizio e sulla terra rende di meno. Sul cemento sarebbe più ostico anche se sono stato bravo a vincerci su tutte e due le superfici».

Quali sono i suoi top 5 sulla terra?
«Alcaraz, Ruud, Nadal, Nole, Tsitsipas, in ordine casuale».

È per entrare nei top 10 che gioca in Sud America?
«Farò un esperienza diversa rispetto allo scorso anno dove ho cercato di investire per il cemento, quest'anno speriamo possa pagare anche questa scelta di giocare sul rosso».

Potrebbe diventare il numero 1 italiano nella classifica mondiale.


«Sarebbe una bella soddisfazione: sono circondato da fenomeni come Jannik e Matteo che mi spingono a lavorare di più per cercare di superarli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero