La prima partita della stagione, una partita complicata, contro una bella Fiorentina, l’Inter l’ha vinta con il quinto cambio. Sanchez è entrato a una dozzina...
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NUOVA ÉRA
La nuova Inter è una squadra fortissima: qualità e quantità in tutti i reparti. Con un potenziale offensivo moltiplicato dall’iniezione di energia e fisicità a centrocampo e dal prevedibile impatto garantito dalla velocità e dalla tecnica di Hakimi. Piuttosto, anche levando la tara dell’assenza di De Vrij, ha stupito al debutto una fragilità difensiva inattesa. Sorprendenti anche le scelte iniziali di Conte, con il promettente, ma ancora inesperto, Bastoni in mezzo a guidare la difesa, avendo ai fianchi D’Ambrosio e Kolarov, due terzini adattati a centrali. Se si aggiunge un portiere come Handanovic, eccellente fra i pali, ma datato nella concezione del ruolo (non ci voleva Neuer per capire che sul taglio di Ribery per Chiesa bisognava uscire molto prima), non è azzardato domandarsi non solo perché non abbia giocato Skriniar (già venduto?), ma anche se non sia meglio passare a una difesa a quattro, ovviamente accorciando le distanze fra le linee per garantire maggiore protezione. In fondo, a inizio carriera la difesa a quattro per Conte non era un tabù e in Europa chi difende a cinque non vince mai. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero