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E alla fine il Senegal è finalmente campione d’Africa: ai rigori, dopo 120 minuti di sofferenza, con il portiere Mendy che respinge due tiri e Mané, che aveva sbagliato dal dischetto all’alba del match, a mettere la firma sul trionfo strameritato. Il Senegal, paese tra i primi a conquistare l’indipendenza, illuminato tra il 1960 e il 1980 dal presidente-poeta Leopold Senghor, vince dopo aver perso l’ultimo atto nel 2002 e nel 2019. La gioia della banda di Cissé, le lacrime degli egiziani, tenuti in vita dal portiere Gabaski, il migliore in campo di questa sfida. E’ il trionfo dell’Africa migliore, quella che ha giocato a calcio e ha cercato fino all’ultimo secondo di portare a casa il trofeo, con un allenatore di casa, in un continente depredato dai ct stranieri. L’Egitto potrà prendersi la rivincita già a marzo nel playoff mondiale.
LA PARTITA
Pronti via ed è subito Senegal: al primo affondo, al 4’, rigore per la squadra di Aliou Cissé: netto il fallo di Abdelmonem su Saliou Ciss. Qui però comincia un duello psicologico, nel quale emerge quanto si sapeva: lo scarso feeling tra Mané e Salah, compagni di attacco e di successi nel Liverpool.
LA RIPRESA
Si riparte e il portiere egiziano è subito protagonista: smanaccia il tiro in corsa di Dieng. La sfida tra i due si ripete poco dopo: Gabaski con un colpo di reni si oppone alla zuccata dell’attaccante del Marsiglia. L’onda senegalese è di nuovo martellante. L’Egitto punta ai rigori: Cissé, in panchina, comincia a consultare in modo ossessivo l’orologio. Il ct dei Leoni conosce la storia: dal 1982 tutte le finali della Coppa d’Africa approdate ai supplementari sono state decise ai rigori e con questa soluzione l’Egitto ha trionfato due volte, nel 1986 e nel 2006. Il Senegal si lancia all’assalto, ma c’è sempre Gabaski a produrre miracoli: il portiere egiziano si distende sulla sassata ancora di Dieng. L’ultimo acuto è però di Mendy: si salva in angolo sulla sassata di Hamdi. A quel punto rigori. E trionfa il Senegal. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero