Coppa d'Africa, il trionfo del Senegal è di rigore: 4-2 nella finale contro l'Egitto

Senegal
di Stefano Boldrini
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Lunedì 7 Febbraio 2022, 01:13 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 03:32

E alla fine il Senegal è finalmente campione d’Africa: ai rigori, dopo 120 minuti di sofferenza, con il portiere Mendy che respinge due tiri e Mané, che aveva sbagliato dal dischetto all’alba del match, a mettere la firma sul trionfo strameritato. Il Senegal, paese tra i primi a conquistare l’indipendenza, illuminato tra il 1960 e il 1980 dal presidente-poeta Leopold Senghor, vince dopo aver perso l’ultimo atto nel 2002 e nel 2019. La gioia della banda di Cissé, le lacrime degli egiziani, tenuti in vita dal portiere Gabaski, il migliore in campo di questa sfida. E’ il trionfo dell’Africa migliore, quella che ha giocato a calcio e ha cercato fino all’ultimo secondo di portare a casa il trofeo, con un allenatore di casa, in un continente depredato dai ct stranieri. L’Egitto potrà prendersi la rivincita già a marzo nel playoff mondiale.

LA PARTITA 
Pronti via ed è subito Senegal: al primo affondo, al 4’, rigore per la squadra di Aliou Cissé: netto il fallo di Abdelmonem su Saliou Ciss. Qui però comincia un duello psicologico, nel quale emerge quanto si sapeva: lo scarso feeling tra Mané e Salah, compagni di attacco e di successi nel Liverpool. L’egiziano parlotta con il portiere Gabaski, protagonista della semifinale con il Camerun, due rigori parati, decisivi. Mané si avvicina, incenerisce con lo sguardo Salah e provoca Gabaski. L’esecuzione, mentre tutto il Senegal trattiene il fiato, è però da dimenticare: tiro centrale respinto senza problemi dal portiere dello Zamalek.  I Leoni della Teranga insistono. Giocano meglio. Hanno maggior consistenza tecnica. Rispettano alla lettera il copione del 4-2-3-1. Mostrano una voglia feroce di diventare per la prima volta nella storia campioni d’Africa. L’Egitto si chiude, soffre, soprattutto picchia. Nel Senegal il più pericoloso è Sarr: due volate dell’esterno del Watford trovano Mané sempre in ritardo. L’Egitto è Salah e si vede. Il primo sussulto dell’ex romanista sporca le mani di Mendy. Il secondo, in chiusura, costringe il portiere del Chelsea a volare all’incrocio. Si riparte ed è ancora Gabaski-Mané: il portiere si lancia sui piedi del senegalese e salva i suoi. Anche il Senegal randella senza pietà: Salah viene abbattuto nelle zone più periferiche del campo. L’Egitto cambia tre uomini tutti insieme e le forze fresche avanzano la linea dei Faraoni. Il colpo di testa di Abdallah spaventa Mendy: è l’avviso ai naviganti che l’Egitto sta cambiando atteggiamento dopo aver pensato solo a difendere. Mehany ci riprova, sempre con una capocciata, al 74’. Il match è più vivo: con la scacchiera più allungata, c’è più campo libero per gli allunghi e le giocate. L’ultima occasione prima dei supplementari passa sul sinistro del senegalese Bamba Dieng: pallone in curva.

LA RIPRESA
Si riparte e il portiere egiziano è subito protagonista: smanaccia il tiro in corsa di Dieng.

La sfida tra i due si ripete poco dopo: Gabaski con un colpo di reni si oppone alla zuccata dell’attaccante del Marsiglia. L’onda senegalese è di nuovo martellante. L’Egitto punta ai rigori: Cissé, in panchina, comincia a consultare in modo ossessivo l’orologio. Il ct dei Leoni conosce la storia: dal 1982 tutte le finali della Coppa d’Africa approdate ai supplementari sono state decise ai rigori e con questa soluzione l’Egitto ha trionfato due volte, nel 1986 e nel 2006. Il Senegal si lancia all’assalto, ma c’è sempre Gabaski a produrre miracoli: il portiere egiziano si distende sulla sassata ancora di Dieng. L’ultimo acuto è però di Mendy: si salva in angolo sulla sassata di Hamdi. A quel punto rigori. E trionfa il Senegal.

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