Sinner, il debutto al Foro è da applausi: «Voglio giocare tanti match»

Jannik Sinner in azione
La tribuna del campo 3, per un ottavo di finale del torneo di pre-qualificazione, forse non era mai stata così piena. Il merito è di un ragazzino che sta facendo...

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La tribuna del campo 3, per un ottavo di finale del torneo di pre-qualificazione, forse non era mai stata così piena. Il merito è di un ragazzino che sta facendo molto parlare di sé, proprio lui che, con il parlare, è a disagio il giusto: Jannik Sinner, 17 anni, nato a San Candido, Bolzano, in “area Seppi” insomma, non solo geograficamente ma anche per la supervisione tecnica, affidata a Massimo Sartori. Bene, Jannik ieri ha rifilato un 7-6 (4) 6-4 a Luca Tomasetto, centrando la sua prima vittoria al Foro Italico (alla prima gara giocata, va aggiunto). Insomma un passettino verso il main draw è stato fatto: ne basteranno altri tre per accaparrarsi la wild card riservata al vincitore delle pre-quali. Forse due, se Seppi dovesse entrare in tabellone direttamente, liberando un secondo invito per il finalista delle pre-qualificazioni. E pur perdendo domani, nei quarti contro Riccardo Balzerani, potrebbe comunque accedere al torneo di qualificazione per poi provare a passare tra i big. Tutte le strade portano a Roma, molte di queste portano anche al Campo Centrale del Foro Italico. Dove Sinner sogna di arrivare, perché no?, già da quest’anno.


IL PREDESTINATO

Saltando quasi del tutto l’attività da juniores (cosa poco usuale per un giovane del nostro Paese), Sinner si è cimentato sin da subito con i Future, prima, e con i Challenger, poi. Il 19 marzo 2016, a 14 anni e mezzo, batte Leo Kovacic nelle qualificazioni al Future Croatia e vince il suo primo incontro a livello pro. Due anni ancora e arrivano anche la prima vittoria nel tabellone principale di un Future e poi di un Challenger. Di conseguenza, i primi punti per la classifica mondiale. Chiude il 2018 da numero 551 del mondo. Il resto è pura deflagrazione sportiva. A fine febbraio, grazie a una wild card, partecipa al Challenger di Bergamo e lo vince. La settimana dopo gioca il Future di Trento e vince ancora. Si riposa un po’ e torna in gara a Santa Margherita di Pula dove conquista il terzo titolo di fila (un altro Future) e colleziona 16 vittorie consecutive a livello pro. Saggia anche l’Atp, entra da lucky loser nel tabellone del 250 di Budapest e passa un turno prima di cedere a Djere (33 del mondo) e, la settimana scorsa, va ancora in finale a Ostrava ma si arrende a Majchrzak. Arriva a Roma da numero 262 del mondo e con un’attenzione molto superiore a ciò che la sua classifica suggerirebbe. Il motivo è semplice: Sinner ha i tratti del campione, gioco solido (anche se poco vario, ma ci si può lavorare), presenza mentale, capacità di menare le danze a ridosso della linea di fondo, merce rara nel circuito, figurarsi tra i 17enni. «Finora la stagione è andata abbastanza bene. Ho fatto tante partite, l’idea è di giocarne tante anche qui - ha commentato a caldo dopo la vittoria di ieri - A Roma mi sono allenato un paio di volte quando c’era il torneo, ma non avevo ancora mai giocato un match. E’ stata una bella emozione». Cosa volete che dica un ragazzino nel tempio del tennis? In fin dei conti la sua racchetta parla meglio di lui. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero