ROMA Da bella ragazza prodigio a bluff in stile Kournikova il passo è breve. “Genie” Bouchard ha rischiato fortemente di essere catalogata tra le reginette...
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IN DISCESA
Non batteva una top ten dal 2014, Genie. Da quando era cominciata la sua ascesa. Un anno con le semifinali consecutive a Melbourne e Parigi migliorate con la finale a Wimbledon. La scalata si fermò al n. 5 del mondo. Perché dopo l'erba inglese della Bouchard si iniziò a parlare soprattutto per i selfie sui social. Numero 7 alla fine dell'anno magico e poi via via, sempre più giù, fino al 48 con cui ha chiuso il 2015. Nel frattempo è successo di tutto: dai ritiri poco chiari (agli Us Open lasciò strada alla Vinci per una misteriosa caduta negli spogliatoi) ai diversi cambi di coach.
RITROVATA
Al Foro Genie si è ritrovata, sia nei colpi – la volée con cui si procura il match point strappa l'applauso anche alla Kerber - che nella concentrazione. In conferenza si dice felice per la vittoria, scontenta per com'è arrivata. Troppe concessioni alla Kerber. Sarebbe un'analisi obiettiva se la testa calda del personaggio non facesse temere il delirio di onnipotenza. Ma la 20enne che prima della finale di Wimbledon disse “la stagione è partita bene, ma posso fare meglio” pare essere diventata una 22enne che ha finalmente messo da parte l'ansia di riconfermarsi. Stasera avrà il Centrale tutto per sé: contro la Strycova il tennis dovrà scoprire se ha ritrovato una delle sue possibili regine.
Gianluca Cordella
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Il Messaggero