Ci risiamo, campionato sospeso fino a data da destinarsi. In Grecia è diventata quasi una costante, visto il perenne ripetersi di episodi di violenze varie legate al...
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Mesi prima, a marzo dello stesso anno, a sospendere il campionato era stato il governo dell'epoca dopo gli incidenti tra tifosi e polizia avvenuti durante la semifinale dei Coppa di Grecia tra Paok e Olympiacos (ancora loro), che a cinque minuti dalla fine avevano causato l'interruzione della partita, poi non più ripresa. Prima ancora c'erano state altre tre sospensioni del torneo, decise a causa di episodi di violenza, come quello del settembre 2014 per la morte di un tifoso o, a novembre dello stesso anno, per l'aggressione ad un arbitro. Nel 2015 c'erano stati i violentissimi scontri tra i tifosi del Panathinaikos e le forze dell'ordine in occasione di un derby di Atene tra i verdi e l'Olympiacos. Il tutto a causa di un problema endemico, quello della violenza nel calcio ellenico, che non si riesce a sradicare, anche per il fatto che molte tifoserie (Paok in primis) sono convinte che federcalcio e Olympiacos, ovvero il club più ricco del paese (è una polisportiva che spende fior di soldi anche nel basket) abbiano creato un sistema che manipola i risultati delle partite e corrompe arbitri e dirigenti. Come dire una sorta di Calciopoli in salsa ellenica che durerebbe tuttora. Di sicuro però così non si può andare avanti, e infatti Fifa e Uefa hanno fatto sapere di appoggiare la decisione di fermare il campionato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero