Una sorpresa (ma fino a un certo punto), tante conferme e parecchie situazioni da decifrare: è questa la sintesi della prima giornata dell’Open d’Italia di golf...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Da decifrare, invece, il giro di Francesco Molinari. Forse la partenza mattutina non ha giovato al migliore giocatore azzurro della storia. Alle 8.30 era sul tee della 10 e ha chiuso la buca con un bogey, bissato anche alla 14. Poi ha messo a punto lo swing e c’è stato un netto miglioramento, soprattutto nei colpi al green, che gli ha permesso di recuperare e chiudere in par. Non siamo ancora ai livelli stellari dei mesi a cavallo tra il 2018 e il 2019, ma lui garantisce di conoscere una sola cura, il lavoro. «E’ stata una giornata in chiaroscuro – commenta -. L’inizio è stato veramente difficile. Ho lottato con tutto quello che avevo dentro per risalire la corrente. Il birdie all’ultima buca è stato veramente importante per il morale». Oggi andrà all’attacco, c’è da giurarci.
Tra le note positive della giornata la buona prova di Andrea Pavan, cresciuto all’Olgiata e in un momento di grande forma, e quella di Francesco Laporta, ottimo protagonista sul Challenge Tour, che, pur «con qualche rimpianto», ha festeggiato in maniera degna il suo ventinovesimo compleanno che cade proprio oggi. Entrambi hanno chiuso a -2, risultato che garantisce loro la temporanea 21ma posizione. Pieno di buoni auspici il giro di Edoardo Molinari. Il torinese è sulla buona strada.
Il -1 e soprattutto il gioco espresso ancher oggi lo confermano. L’altro romano, Renato Paratore, ha chiuso in par, così come Matteo Manassero, capace di rimediare con 3 birdie al preoccupante +3 iniziale. Un importante iniezione di fiducia per un talento assoluto che purtroppo negli ulti anni si è smarrito.
Domani seconda giornata. Tutto è ancora possibile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero