Giro d'Italia, uno slittamento a ottobre non piace alle squadre. Paura per pioggia e freddo

Giro d'Italia, uno slittamento a ottobre non piace alle squadre. Paura per pioggia e freddo
Tra pochi giorni si decideranno le sorti del Giro d’Italia e per la corsa rosa potrebbe esserci un rinvio a ottobre, o un arrivederci definitivo al 2021. L’Unione...

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Tra pochi giorni si decideranno le sorti del Giro d’Italia e per la corsa rosa potrebbe esserci un rinvio a ottobre, o un arrivederci definitivo al 2021. L’Unione Ciclistica Internazionale vorrebbe tornare presto alle competizioni, ma il coronavirus, con la sua corsa drammatica in Europa, lascia poche possibilità di ripresa. A maggio sicuramente non si correrà e le ipotesi per una nuova data della corsa italiana, puntano al mese di ottobre, unico periodo disponibile. A luglio potrebbe esserci il Tour de France, in agosto la Vuelta con le classiche annullate in primavera. Mentre Europei e Mondiale in settembre,come già programmato. Ottobre sarebbe dunque l’unico mese libero, che se favorevole a UCI e Rcs, organizzatrice del Giro, non piace alle squadre. Ottobre per i team è un mese con troppe variabili dal punto di vista meteorologico e il rischio di pioggia e freddo è elevato. Ci sono indiscrezioni al riguardo, che parlerebbero di una possibile partenza della corsa rosa il 3 ottobre dall’Italia, con disponibilità della Sicilia. Ma se il Sud Italia in autunno gode ancora di un clima mite, il problema ci  sarebbe con le montagne nell’ultima settimana. Se la partenza dovesse esserci il 3 ottobre, considerando due giorni di riposo, l’ultima settimana, quella decisiva, sarebbe dal 20 al 25 ottobre, con una tappa difficile già il 18. Si partirebbe nell’ultima settimana con l’ascesa a Forcella Valbona a quota 1782 metri e poi il monte Bondone e l’arrivo a Madonna di Campiglio, sopra i 1500 metri. Ancora più difficile, se non impossibile la tappa da Pinzolo ai laghi di Cancano con ascesa allo Stelvio a 2758 m. s.l.m. dove facilmente si potrebbe trovare la neve. Lo stesso discorso sarebbe per la frazione da Alba al Sestriere, con le cime che sfiorano i 3000 metri. 

Quasi impossibile per dei corridori salire a quelle altitudini a fine ottobre e per questo le squadre, non guardano bene l’ipotesi della corsa rosa in ottobre. Un’altra ipotesi ma tutta da verificare, è quella proposta dell’ex presidente dell’ UCI Brian Cookson, che vorrebbe ridurre a due settimane i tre grandi giri, Giro, Tour e Vuelta. Tutto complicato al momento, con l’ipotesi delle classiche in agosto, ovvero Milano-Sanremo, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastigne- Liegi. In questo caso il calendario delle classiche non piacerebbe ai belgi, che trovano incompatibile questo mese con le loro corse. L’ultima ipotesi che si sta facendo avanti e che potrebbe essere la più accreditata, sarebbe l’annullamento definitivo delle corse non disputate. A questo punto però,  la Federazione Ciclistica Internazionale, dovrebbe ideare un nuovo sistema di assegnazione dei punteggi. Se le sorti del Giro d’Italia verranno svelate dopo il 3 aprile, quelle del Tour de France si sapranno il 15 maggio. Aso organizzatrice della corsa francese, anche in seguito alle dichiarazioni del ministro dello sport, si sta però dirigendo verso un annullamento della corsa Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero