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Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha il cuore “gonfio di speranze” al momento della partenza con un po’ di atleti verso Tokyo olimpica e probabilmente pensa a due cose. La prima è dichiarata last minute: «La vittoria più importante è che le Olimpiadi si faranno», sul che mostrerebbe, al momento, un disaccordo valutato al 68 per cento da un minisondaggio telefonico casuale fatto da uno dei giornali più diffusi nella capitale giapponese (l’Asahi Shimbun, decisamente schierato per il “no olympics”. La seconda è per la raccolta di un buon medagliere azzurro, “meglio di Rio”, dove 28 furono le medaglie. «Credo che abbiamo fatto le cose per bene» ha detto ancora, il che è storicamente una virtù italica: ai Giochi gli azzurri da gran tempo a questa parte fanno bella figura. Il cittì del Settebello, il vincente Sandro Campagna, ha promesso che «terremo alti i colori dell’Italia», anche se ha sottolineato che »ci sono sette o otto squadre che possono vincere».
I FATTI
Stati d’animo. Ma poi ci sono i fatti. Come una sessantina tra atleti e gente di vari servizi che al test all’arrivo in Giappone sono stati riscontrati positivi al test salivare: anche un giornalista italiano, che al test molecolare prima dell’imbarco era risultato negativo. È isolato in un hotel Covid, a 80 chilometri da Tokyo. Viaggiavano sullo stesso volo Simona Quadarella, tuffatori, ciclisti, ginnasti, cestisti: nessun “contatto stretto” e dunque libertà per loro. Anche se “vigilata”, almeno per quel che si può. Ma c’è anche chi si destreggia fra le pagine e le norme dei protocolli, e al “saremo rigidi” delle autorità fanno da smentita le disattivazioni delle app di controllo sui devices d’ogni genere, come testimonierebbero le immagini di alcuni del giro olimpico sbevazzanti in movida fuori dalle zone consentite. Gli stupidi furbetti non “tengono passaporto” e il vaccino che protegge non è pratica giapponese: al momento solo l’8 per cento dei sudditi dell’imperatore Naruhito risulta vaccinato e se la bolla ha buchi la situazione s’ingarbuglia. Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’etiope Ghebresyesus, ha fatto sapere che sarà a Tokyo per monitorare situazione e protocolli, il che, dati i precedenti, non è proprio tranquillizzante in materia. I Capi di Stato si tengono lontani dal “metterci la faccia”: per ora il solo presidente Macron è dato per certo, ma d’altra parte la prossima volta toccherà proprio alla Francia, con Parigi 2024. Se l’apertura la dichiarerà lui o no, lo decideranno i francesi nelle presidenziali prossime.
IL RITIRO
Dall’apertura ufficiale si è ritirato anche il musicista Cornelius, al secolo Keygo Oyamada, compositore di gran parte dei brani in programma: l’oggi 52enne artista è stato messo sotto accusa perché in un’intervista di 25 anni fa confessò che, bambino alle elementari, aveva bullizzato compagnucci disabili e non si era dissociato da se stesso neppure allora.
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Il Messaggero