Dan Friedkin è stato subito inequivocabile con Guido Fienga, principale e, al momento, unico, riferimento del texano nella Capitale: la Roma è da rivedere e...
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STRAPPO ALLA REGOLA
Giovane, insomma. In primo piano Pellegrini e Zaniolo. E senza farsi confondere da qualche operazione più o meno recente o in fieri. Tipo l’acquisto (tra l’altro di Baldini) a costo zero di Pedro (33 anni), la conferma di Mkhitaryan (31), il possibile ritorno di Smalling (31 a novembre) e la presenza del secondo portiere Mirante (37). E nemmeno dall’addio di Schick (24) o di altri ragazzi che andranno via per far sì che, entro giugno, si certifichino plusvalenze per 100 milioni: ecco perché sono nella lista dei partenti anche Under (23), Kluivert (21) e addirittura Riccardi (19) che si aggiunge a Coric (23) e Antonucci (21). Il lavoro di Fienga e del ds De Sanctis è concentrato sui big che presto saluteranno: Kolarov (35 anni a novembre), Dzeko (34), Fazio (33), Olsen (30) e Jesus (29). In più sono nell’elenco pure Santon (29), Florenzi (29), forse Peres (30) e Perotti (32). In stand by il convalescente Pastore (31): operato all’anca, andrà via a gennaio. Il suo ingaggio pesa (4,5 milioni netti all’anno per altre 3 stagioni) in proporzione più di Dzeko (7,5 milioni) che almeno è stato titolare in campo e non spettatore in panchina o in tribuna come il compagno. Ma, il capitano, tanto per capire come intendono costruire la squadra in viale Tolstoj, dovrebbe lasciare il posto a Milik (26).
NIENTE TEST CON IL BENEVENTO
Il dimagrimento della rosa è l’aspetto fondamentale del nuovo corso. E anche il più insidioso. Finora ceduti solo Defrel e Gonalons, fuori dai 35 convocati a Trigoria, pure se presto li seguiranno Kolaroiv e Schick. La Roma ha quindi bisogno del responsabile del mercato, ruolo attualmente scoperto nell’organigramma. Se n’è accorto anche Fienga che non è abituato a gestire in prima persona ogni trattattiva. La società ha assegnato la carica di ds a De Sanctis che, fino al licenziamento di Petrachi, si è però occupato esclusivamente del settore giovanile. Friedkin avrebbe voluto scegliere con calma il profilo ideale, aspettando la fine della sessione estiva (stop il 5 ottobre). Adesso la situazione è cambiata: se ci fosse la possibilità di intervenire in corsa, il presidente darebbe l’ok. L’autocandidatura di Rangnick è affascinante se accostata alla strategia nella nuova proprietà che lo ha inserito nel casting proprio per il suo metodo di lavoro. Ma non è semplice mettere in piedi questo tipo di progetto in poche ore: è la riflessione fatta dallo staff del texano. Che, prima di sbarcare nella Capitale (magari già la prossima settimana), vuole salutare i giocatori: videochiamata, ovviamente. Intanto è saltata l’amichevole di sabato con il Benevento a Trigoria: Fonseca ha gli uomini contati. Pochi i titolari per sfidare una squadra di A. Possibile che sia sostituita con una di categoria inferiore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero