Un italiano al vertice della Formula 1. Stefano Domenicali prenderà il posto che per quasi 40 anni era stato di Bernie Ecclestone, che lo aveva lasciato nel 2017...
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MOTORI SCALDATI
Domenicali, 55 anni, una vita professionale nel mondo dei motori. Non poteva essere altrimenti, essendo nato a Imola l’11 maggio del 1965, aver conseguito una laurea in economia e commercio a Bologna e vive a Monza con la moglie Silvia e due bambini. Stefano era entrato in Ferrari appena completati gli studi nel 1991, lavorando in prima istanza nel comparto amministrativo dell’azienda occupandosi dei rapporti interni con Fiat. In breve è passato alla Squadra Corse, occupandosi anche dello sviluppo del circuito del Mugello, poi della logistica, delle sponsorizzazioni, diventando nel 1996 il team manager. In simbiosi con Jean Todt e Ross Brawn ha contribuito ai successi ottenuti con Michael Schumacher. Uscito di scena il dirigente francese, diventato amministratore delegato della Casa di Maranello e successivamente presidente della FIA, Domenicali è stato promosso team principal nel 2008. Ma sei anni dopo ha rassegnato le dimissioni, con grande rammarico, sotto la pressione della proprietà a causa dei risultati sportivi deludenti. Le qualità dell’emiliano però nono sfuggite all’Audi che lo ha chiamato in Germania come Vicepresidente New Business Initiatives e nel febbraio 2016 lo nomina presidente e amministratore delegato di Lamborghini. Con la Casa di Sant’Agata, Domenicali ha raggiunto e superato una serie di traguardi significativi: nel 2017 raggiunge il miliardo di fatturato; nel 2018 lancia il Super SUV Urus e il fatturato cresce del 40%. Infine nel 2019 le vendite sono ulteriormente aumentate, raggiungendo le 8.205 vetture consegnate.
OBIETTIVI
Il nuovo compito che attende Stefano Domenicali non è facile. Dovrà riorganizzare il Mondiale, si spera, del dopo-Covid e prepararsi al 2022 quando le regole tecniche e sportive della F1 saranno cambiate radicalmente. In un’epoca in cui tutto si evolve in velocità doppia, l’impegno sarà pesante. Ma il suo entusiasmo, la competenza e l’esperienza lo aiuteranno di sicuro a raggiungere l’obiettivo di rilanciare uno sport che attraversa una crisi profonda. E potrà farlo avendo ricomponendo il trio formato da lui stesso, Jean Todt presidente FIA e Ross Brawn direttore del Circus dei motori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero