Federica Pellegrini settima nella sua ultima storica finale. Ma le Olimpiadi della Divina non sono finite qui

dal nostro inviato   TOKYO - Non è bastata l’ennesima prestazione d’orgoglio. Federica Pellegrini chiude lontana dal podio i suoi ultimi 200 metri...

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dal nostro inviato

 

TOKYO - Non è bastata l’ennesima prestazione d’orgoglio. Federica Pellegrini chiude lontana dal podio i suoi ultimi 200 metri olimpici, nonostante un'importante sforbiciata al cronometro rispetto alle ultime volte che aveva nuotato la distanza. La Divina, unica atleta della storia a centrare la finale a cinque cerchi in cinque edizioni diverse delle Olimpiadi (per comprendersi: al maschile ci è riuscito solo Michael Phelps nei 200 farfalla), ha chiuso al settimo posto la finale che ha messo l’oro al collo della favoritissima australiana Ariarne Titmus, che fa il bis dopo i 400. Con lei sul podio l’atleta di Hong Kong, Haughey, davanti alla canadese Oleksiak. Federica Pellegrini: «È stato un bel viaggio, me la sono goduta». E si commuove

 

Federica, che era entrata in finale con il settimo tempo, ha spinto, specie nell’ultima vasca, nell’insidiosa corsia 1 e ha toccato in 1'55”91. Riferimento: al Sette Colli, esattamente un mese fa, aveva vinto in 1’56”23, un tempo che le sarebbe stato sufficiente per vincere anche la medaglia d’oro agli Europei. Ma qui non è bastato migliorarsi, la Titmus le ha inflitto un distacco di 2”41. Tanto, troppo.

 

 

La lunga cavalcata

Guai a fare discorsi sulla condizione e sulle motivazioni: non si può far altro che accettare il verdetto della piscina e del tempo. Gli anni passano e le più giovani vanno più forte. Quando Federica sedicenne vinceva il suo primo argento ai Giochi di Atene 2004, la Titmus non aveva ancora 3 anni. Quindi non resta che ringraziare ancora questa campionessa infinita, ricordandoci che la sua Olimpiade comunque non è finita qui. Ci sono ancora tante staffette, femminili e miste, nelle quali la Pellegrini sarà chiamata a fare la sua parte e, chissà, magari a centrare un’altra medaglia per chiudere in gloria.

 

 

La Divina

A proposito, tanto per avere la misura della grandezza della Divina: quella che doveva essere la sua erede, la cannibale Katie Ledecky, che di anni ne ha 24, dopo essere stata battuta dalla Titmus nei 400, oggi è finita addirittura fuori dal podio, mestamente quinta. Serve a dare la dimensione di quanto la competizione tra le più giovani sia serratissima e quanto, per una fuoriclasse che fra qualche giorno festeggerà 33 anni, essere arrivata sin qui sia già un risultato di cui essere fieri. Noi, che abbiamo sopperito all’assenza dei tifosi facendoci sentire dalla sala stampa, lo siamo.

 

 

 

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Il Messaggero