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Un fantasma si aggira tra i fremiti autunnali dell'aria di Londra: quello della minaccia di nuovi focolai Covid alimentati dall'aggressiva variante Delta importata dall'India e destinati - chissà - a propagarsi fra i tifosi che sono tornati ad affollare fino a 60.000 persone gli spalti di Wembley sullo sfondo della corsa d'Inghilterra e Italia verso il sogno della finalissima degli Europei di calcio. O ad assembrarsi per le strade di Londra tra raduni, visioni collettive e festeggiamenti.
La situazione
Il governo britannico di Boris Johnson - ormai deciso a riaprire il Paese a tutto tondo fra 10 giorni, e a far sparire persino l'obbligo legale delle mascherine nei luoghi pubblici, dopo aver già allargato d'intesa con la Uefa le maglie degli ingressi allo stadio dalle semifinali - scommette 'all in' su una campagna vaccinale condotta a ritmi record per tenere a bada il pericolo. Ma che qualche pericolo possa esserci non lo nega o non lo nega più. La prima ammissione apertis verbis è arrivata oggi, quasi a mettere le mani avanti, dal ministro delle Attività Produttive, Kwasi Kwarteng, incalzato al riguardo su radio Lbc. «Io penso - le sue parole - che saremo in grado di gestire il rischio, ma non possiamo dire che i rischi non esistano quando si hanno migliaia di persone riunite in un luogo».
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Le posizioni - Nel botta e risposta del Question Time del mercoledì alla Camera dei Comuni, il primo ministro di Sua Maestà, oltre a rinnovare l'incoraggiamento patriottico ai Bianchi di Gareth Southgate, è tornato a battere su questo tasto in polemica con le contestazioni del leader dell'opposizione laburista, Keir Starmer, alla strategia del 'liberi tuttì: decisa a dispetto della consapevolezza che i nuovi casi potrebbero risalire a 100.000 al giorno entro l'estate. Rivendicando il merito di aver garantito al suo Paese la leadership mondiale nella corsa ai vaccini, grazie a un programma gestito in autonomia dall'Ue dopo la Brexit; e con essa la possibilità d'avviare ora «la riapertura del Paese all'insegna - giura - della cautela e del pragmatismo». Nella speranza che la festa del calcio europeo non finisca tuttavia per fare da guastafeste nella terra che al football ha dato i natali. Facendo saltare il banco delle previsioni e dei calcoli di BoJo in una partita a scacchi con la pandemia le cui conseguenze potrebbero poi tracimare ben oltre le frontiere dell'isola.
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Il Messaggero