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Smalling e Kumbulla out (affaticamento al quadricipite destro per l’albanese: da valutare in vista di Braga), Jesus e Fazio (convocato) fuori ormai dalle rotazioni: Fonseca rispolvera nuovamente Cristante in difesa. Una volta in mediana, un’altra dietro le punte insieme a Mkhitaryan (a Paulo non piace la definizione trequartista), spesso e volentieri centrale nel reparto arretrato. Con l’ex Atalanta piazzato in quella posizione, la difesa non ha preso gol in 5 partite delle 9 chiuse senza incassare reti tra campionato e coppe. Ci riprova oggi, contro l’Udinese, orfana di Pereyra, Pussetto e Forestieri, ma con un Llorente in più. Kumbulla sarebbe stato perfetto in marcatura sullo spagnolo: incombenza che ora dovranno dividersi Mancini e Ibanez.
REPARTO VULNERABILE
Proprio la difesa è il reparto in sofferenza della Roma. Perché se l’attacco va in sofferenza nei big match per poi riprendere la marcia spedita contro le medio-piccole (quinto con 44 reti all’attivo), dietro - al di là dei numeri - si soffre spesso. Venti le reti incassate nelle 7 partite con le grandi: quasi 3 a match (media di 2,85). Che lievitano a 35 (comprese le 3 a tavolino contro il Verona) considerando il totale. A conti fatti 12 gol arrivano quindi con le squadre che occupano dal decimo posto in giù in graduatoria. Sempre 12 sono le formazioni di serie A che hanno incassato meno reti dei giallorossi. Peggio hanno fatto soltanto Benevento, Torino, Crotone, Parma, Cagliari, Bologna e Spezia. Un dato che porta la Roma ad avere la peggiore differenza reti dell’alta classifica. Particolare da non sottovalutare in ottica Champions. Senza dimenticare gli scontri diretti, probabilmente decisivi sul traguardo. Convocazioni: non ci sono Calafiori (fastidio alla coscia destra) e Reynolds.
Il Messaggero