Figc, quanto tempo si è perso: il commissariamento la soluzione migliore

Figc, quanto tempo si è perso: il commissariamento la soluzione migliore
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Quanto tempo perso. E’ questo l’amaro pensiero proprio nel giorno in cui l’Assemblea dovrà/dovrebbe eleggere il nuovo presidente della Federcalcio. La sensazione dei primi giorni dopo Italia-Svezia, con il trascorre delle settimane, si è trasformata in certezza: così come stanno le cose il calcio italiano non può cambiare e tanto meno essere riformato. Salvo ripensamenti o passi indietro imprevisti, con tre candidati, non si arriverà all’elezione del presidente se non dopo la quarta votazione attraverso il ballottaggio. Tra alleanze dell’ultima ora, accordi sottobanco e probabili schede bianche, chiunque vincerà avrà una maggioranza talmente risicata, fragile e alla mercé dei voti incrociati, che non potrà praticamente fare nulla. A un presidente federale debole, va aggiunta poi la profonda spaccatura che anima la Lega di Serie A. Divisa e concentrata sul delicato tema dei diritti tv, immaginare quest’ultima capace di nominare una governance in tempi brevi sembra impossibile.


Il calcio italiano quindi, invece di cogliere l’occasione, si è confermato incapace di ogni buon senso, ancorato a quegli interessi di parte che ne impediscono qualsiasi intesa o tentativo reale di riforma. Solo il cambio dello Statuto, che riequilibrerebbe pesi e forze, può salvare la Federazione e dunque il calcio italiano, da tempo bloccati e avvitati su se stessi. In questi due mesi il calcio ha attivato tutti i suoi anticorpi per evitare quel commissariamento più volte paventato dal presidente del Coni Malagò, ma che, visto il triste stato dell’arte, appare l’unica via percorribile. Per fortuna, si potrebbe dire, c’è almeno il calcio giocato. Peccato però che la bellezza del duello tra Napoli e Juventus, la lotta per un posto Champions con Lazio, Inter e Roma e gli sforzi per non retrocedere siano avvelenati dalle solite polemiche arbitrali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero