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È nuova la Roma, almeno per il derby. Nel senso che, con la conferma di Fonseca in panchina, è comunque totalmente diversa da quella che è entrata in campo la scorsa stagione, sia all’andata che al ritorno, contro la Lazio. Timida e fragile il 1° settembre del 2019, spavalda ed efficace il 26 gennaio del 2020. Stesso risultato e stesso punteggio (1-1). Sempre con il 4-2-3-1, però. Con il sistema preferito del portoghese che, già nella lunga estate del nostro calcio, ha voltato pagina. Adesso il 3-4-2-1 ha dato più convinzione e regolarità, a prescindere che non abbia funzionato contro le big. Ma non è giusto dire che l’allenatore si sia italianizzato. Ha solo aggiornato il suo piano tattico per andare incontro alle esigenze (leggi caratteristiche) del gruppo. Spesso i calciatori hanno ammesso di sentirsi più sicuri, tesi sposata pure dal tecnico. Non per l’equilibrio, insomma. I giallorossi, pur segnando 2,05 gol a partita e restando quindi propositivi, continuano a essere vulnerabili dietro: 26 le reti subite. E non sempre per colpa del portiere titolare (che nemmeno si sa ancora chi sia): stasera Pau Lopez, fino all’infortunio il suo vice Mirante.
VIRATA ESTIVA
Fonseca ha scelto di cambiare, a meno di un mese dal traguardo del campionato passato.
BIS INEDITO
La novità della serata, invece, dovrebbe essere la conferma della formazione. Mai successo di vedere la stessa per 2 partite di fila (su 23 stagionali). Contro la Lazio come contro l’Inter. C’è, però, Pedro in più. Mossa per la correzione in corsa. Fonseca ha 4 diffidati (3 andranno in campo): Mancini, Ibanez, Villar e Cristante. Ma l’allenatore non ci farà caso: la prossima partita è con lo Spezia che precede gli scontri diretti con il Verona all’Olimpico e con la Juve allo Stadium.
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