Dzeko vuole allenarsi, Fonseca dice di no. La Roma: sta male

foto Mancini
Il gelo continua. Perché prima o poi, le contusioni e gli inediti problemi muscolari emersi all’improvviso nei giorni scorsi, dovevano venir meno e lasciar spazio...

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Il gelo continua. Perché prima o poi, le contusioni e gli inediti problemi muscolari emersi all’improvviso nei giorni scorsi, dovevano venir meno e lasciar spazio alla quotidianità. La sostanza però non cambia: Dzeko, nonostante abbia recuperato, continua ad allenarsi a parte. Almeno questo è quello che è trapelato da Trigoria nella giornata di ieri. Edin, giunto nel centro sportivo poco prima delle ore 15, ha comunicato allo staff medico di sentirsi pronto per svolgere almeno parte della seduta in gruppo. Poco dopo gli è stato però risposto che l’allenatore preferiva farlo allenare ancora a parte. Versione che la Roma respinge e, rigorosamente off record, smentisce. Della serie: il calciatore continua a lavorare da solo per i postumi dell’infortunio patito nel match di Coppa Italia contro lo Spezia. Per non dimenticare: inizialmente si parlava di contusione, alla quale si è poi aggiunto un fastidio al flessore. Tant’è: al di là delle versioni, la sostanza cambia poco. Fonseca non arretra e nonostante domenica dovrà fare a meno molto probabilmente di Mkhitaryan e Pedro, non reintegra il bosniaco. Linea dura, quindi, confermata: anche contro il Verona (curiosamente come accaduto nel match del girone d’andata) Edin rimarrà a guardare. 


IL SILENZIO 
Una situazione che di giorno in giorno si complica sempre di più. Perché le analogie con il caso Gomez reggono fino ad un certo punto. L’Atalanta ha rinunciato all’argentino dopo la lite furibonda con Gasperini, avendo comunque in rosa Pessina, Ilicic, Malinovskyi e Miranchuk pronti a sostituirlo. Dopo la spaccatura certificata a Bergamo, il presidente Percassi intervenì in fretta e pubblicamente chiudendo il caso: «Del Papu se ne è già parlato abbastanza. L’argomento per me è chiuso. Punto. Gasperini? Resta a vita». Senza contare che alla fine la cessione dell’argentino al Siviglia ha fruttato 10 milioni. A Trigoria le cose procedono in modo molto diverso: 1) La Roma, ad ad una settimana dallo strappo consumatosi tra calciatore e tecnico, non ha speso una parola sulla questione, lasciando spazio a illazioni, indiscrezioni e considerazioni di ogni genere 2) Non c’è un club disposto per motivi di liquidità ad acquistare adesso Dzeko 3) Borja Mayoral viene ritenuto un ottimo ‘secondo’ ma non il titolare 4) In caso di cessione in extremis, andrebbe poi individuato il sostituto di Edin. Che ad oggi non c’è. L’opera d’intermediazione portata avanti in primis da Pellegrini (che sta gestendo i problemi al flessore: ieri parte dell’allenamento in gruppo e poi lavoro differenziato), seguito però dai compagni di squadra Mirante, Cristante e Mancini, non ha dato seguito. Si vive dunque alla giornata, aspettando la chiusura della sessione di mercato. Se Dzeko non troverà una sistemazione altrove entro il 1 febbraio, dal giorno dopo la vicenda andrà risolta. 
FINALE DA SCOPRIRE 

La sensazione che quella diventerà finalmente l’occasione per sedersi tutti attorno ad un tavolo. La società, infatti, per ora si è schierata dalla parte dell’allenatore. Tuttavia se come sembra non sarà possibile trovare una sistemazione al bosniaco, la situazione andrà definita. Per il bene non di Edin o di Fonseca, ma della Roma. In un campionato che si annuncia molto combattuto, sia per lo scudetto che per l’approdo alla zona Champions, appare impensabile avere un capitale come l’ex City e non utilizzarlo. El Shaarawy ancora non può essere tesserato. Il Faraone continua a risultare positivo al tampone e attende di tornare negativo per svolgere le visite mediche. Reynolds è in arrivo, invece. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero