Chi troppo e chi niente. Non è una novità in senso ontologico, peraltro. C’è chi in testa alla classifica Atp c’è rimasto per 310 settimane...
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Chi troppo e chi niente. Non è una novità in senso ontologico, peraltro. C’è chi in testa alla classifica Atp c’è rimasto per 310 settimane (Roger Federer) e chi il prossimo 8 marzo festeggerà la 311sima settimana (Novak Djokovic) superando dunque, dopo averlo eguagliato ieri, il record dello svizzero. Tra l’altro nello stesso giorno in cui lo stesso Roger tornerà in attività nel torneo di Doha, in Qatar.
E c’è stato invece chi, magari per interposta persona, di questa cosa del numero 1 ne ha fatto una questione sostanziale. Il lui è Guillermo Vilas la cui vicenda (sentimentale è numerica) è stata celebrata da un ottimo docufilm reperibile su Netflix: “Tutto o niente”, per l’appunto. Vilas non è mai stato numero 1 al mondo, almeno secondo le classifiche ufficiali Atp, manco nel magico (per lui) 1977 quando vinse 16 titoli perdendo una sola finale. Il giornalista argentino Eduardo Puppo ha pensato di omaggiare il suo oggi malandato connazionale tentando in tutti i modi di fargli riconoscere almeno due settimane di leadership planetaria: Nisba: Atp ha confermato i propri calcoli e il poeta Guillermo è rimasto a secco.
Qualcuno prova per questo meno stima e vicinanza umana nei confronti del pregiato sciupafemmine? Impossibile, francamente. Lo sciupafemmine possiede un palco fisso a suo nome nel primo ordine di palchi del teatro dove va in scena la storia del tennis: e li è destinato a restare.
SOLO CIFRE
Dunque cosa vale una classifica o un record che ad essa si riferisce? Chi riduce il tennis a una sorta di almanacco dove la radice di questo sport (l’anima con le sue turbe) o non ha alloggio oppure fa da contorno ai numeri, senza classifica non vive.
Il Messaggero