Djokovic e Federer, numeri primi nei titoli di Re dell'Atp

Djokovic e Federer, numeri primi nei titoli di Re dell'Atp
di Pietro Valesio
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Martedì 2 Marzo 2021, 07:30

Chi troppo e chi niente. Non è una novità in senso ontologico, peraltro. C’è chi in testa alla classifica Atp c’è rimasto per 310 settimane (Roger Federer) e chi il prossimo 8 marzo festeggerà la 311sima settimana (Novak Djokovic) superando dunque, dopo averlo eguagliato ieri, il record dello svizzero. Tra l’altro nello stesso giorno in cui lo stesso Roger tornerà in attività nel torneo di Doha, in Qatar.
E c’è stato invece chi, magari per interposta persona, di questa cosa del numero 1 ne ha fatto una questione sostanziale. Il lui è Guillermo Vilas la cui vicenda (sentimentale è numerica) è stata celebrata da un ottimo docufilm reperibile su Netflix: “Tutto o niente”, per l’appunto. Vilas non è mai stato numero 1 al mondo, almeno secondo le classifiche ufficiali Atp, manco nel magico (per lui) 1977 quando vinse 16 titoli perdendo una sola finale. Il giornalista argentino Eduardo Puppo ha pensato di omaggiare il suo oggi malandato connazionale tentando in tutti i modi di fargli riconoscere almeno due settimane di leadership planetaria: Nisba: Atp ha confermato i propri calcoli e il poeta Guillermo è rimasto a secco.
Qualcuno prova per questo meno stima e vicinanza umana nei confronti del pregiato sciupafemmine? Impossibile, francamente. Lo sciupafemmine possiede un palco fisso a suo nome nel primo ordine di palchi del teatro dove va in scena la storia del tennis: e li è destinato a restare.
SOLO CIFRE
Dunque cosa vale una classifica o un record che ad essa si riferisce? Chi riduce il tennis a una sorta di almanacco dove la radice di questo sport (l’anima con le sue turbe) o non ha alloggio oppure fa da contorno ai numeri, senza classifica non vive.

Spesso il numero conta, novella Terra Promessa, quando non si riesce a raggiungerlo: vedi il 24° titolo Slam di Serena. Ma nel caso di Djokovic-Federer c’è molto altro. Le 310 settimane non rivelano e non potrebbero farlo, chi tra Nole e Roger, sia il giocatore più forte di sempre. Il numero registra una situazione numerica; quella tecnico-emozionale è un’altra cosa. E allora spiace per Djokovic: ma anche se sarà lui a fissare il nuovo record di settimane trascorse in vetta alla classifica Atp, tale statistica vale meno del primo passo che Roger compirà nello stadio di Doha per rigiocare una partita ufficiale dopo oltre un anno di stop. Sarà in grado di intraprendere quel percorso che dovrebbe portarlo a tentare l’ultimo (forse) assalto a Wimbledon? Di questo parleranno gli appassionati. Piaccia o no, Federer è ormai da tempo molto più di un tennista: è uno di quei pochissimi i cui gesti sono diventati simboli di moti dell’anima. Djokovic no. E non certo per sua incapacità quanto perché la sorte ha creato Roger con una certa creta e Nole con un’altra. Il record di permanenza in testa alla classifica non ci dice che Nole è il più forte di sempre: solo che è uno che ha remato meglio. Ed è soprattutto utile per ricordarci che il tempo passa. Come scriveva il poeta Vilas nella sua raccolta “Cientoveinticinco”: «Tempo vissuto/voglio prenderti! E scivoli via/nessun sentimento/fra le mie dita di cera».

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