Gli alibi sono finiti. Anche se questo folle campionato la mantiene ancora in teorica corsa, la Roma italoamericana è spalle al muro. Sono tutti colpevoli. La...
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Distacco totale con la piazza e rottura con i tifosi che disertano lo stadio. In cinque anni un solo e unico segno di continuità: la plusvalenza. L'allenatore. Il campanello d'allarme è suonato il primo anno quando, a secondo posto acquisito, concesse alla squadra di staccare la spina, terminando con il pesante distacco di diciassette punti dalla Juventus. Un segno di debolezza confermato con il passare dei mesi, visto che non è mai più riuscito ad avere il controllo di giocatori e squadra. Come un campionato fa, a novembre, il crollo e l'incapacità a trovare soluzioni efficaci. Unico tormentone: la preparazione fisica e gli infortuni. In tre anni non è riuscito a cambiare nulla, la prevedibilità tattica e la totale mancanza di organizzazione difensiva sono tali, che affrontare la Roma e metterla in difficoltà è un gioco da ragazzi. I calciatori. In pochi si sono assunti responsabilità, e in tanti sono stati sopravvalutati. La personalità latita, come debole è l'impegno negli allenamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero