Dietro "la fine del calcio" ci sono paladini del tornaconto economico

Dietro "la fine del calcio" ci sono paladini del tornaconto economico
Tante volte abbiamo sentito dire, e ancora oggi lo sentiamo dire, in relazione alle vicende del nostro calcio: ”Lascia perdere... il calcio è finito". Frase...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tante volte abbiamo sentito dire, e ancora oggi lo sentiamo dire, in relazione alle vicende del nostro calcio: ”Lascia perdere... il calcio è finito". Frase fatta, usata come una sorta di giustificazione a tutto ciò che succede nel mondo del pallone. Ma è anche una frase che nasconde la nostra incapacità di accettare il cambiamento delle dinamiche del calcio, che è uno specchio della realtà, nella quale tutto si muove attorno all’economia e al denaro, con conseguente perdita dei valori perché diventato tutto un business.


Ovviamente, più è alto il livello, più sono alti gli interessi che si muovono intorno. Ma anche a livello dilettantistico questa è una logica che sta prendendo piede. Anzi, che ha preso piede. Perché ormai, le squadre vengono costruite con una logica cosiddetta "imprenditoriale", che consente a chi ha più disponibilità economica (intesa anche come reperibilità di risorse) di poter entrare a far parte del mondo del calcio, come dirigente o anche come allenatore. Senza considerare le competenze tecniche e i valori umani, che dovrebbero creare la mitica meritocrazia. 

Basta rispondere a tre semplici domande, per capire di cosa sto parlando. Chi non è a conoscenza di genitori disposti a investire dei soldi per dare al proprio figlio maggiori possibilità? Chi non è a conoscenza di allenatori che contribuiscono al budget della società? E chi non è a conoscenza di organizzazioni che si fanno pagare per mettere su dei provini?  Se poi ci mettiamo dentro scuole calcio, centri estivi, procuratori e via dicendo, le domande salirebbero a molte di più. 


Insomma ogni componente cerca il proprio tornaconto economico, provando a guadagnare con i dilettanti o i giovani, senza pensare (o facendolo solo in minima parte) all'aspetto sociale. E trovare qualcuno disposto a interrompere questo circuito vizioso, è sempre più difficile. A tanti sembra ormai una battaglia persa in partenza, e da qui si arriva al pronunciare la frase "il calcio è finito", additando sempre altri come colpevoli, ergendosi a paladini della propria categoria; salvo, poi, alla prima occasione, sfruttare per primi la situazione, se ne hanno un tornaconto.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero