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Ieri c’era parecchia gente che, nelle strade che contornano il circuito di Fiorano, è rimasta ferma per ammirare il debutto di Carlos Sainz alla guida della SF71H. La passione per il Cavallino, malgrado una serie di stagioni deludenti, soprattutto l’ultima, non tende al ribasso. Del resto fare il tifo per la Scuderia è da sempre una forma di fede. Anche se non sono mancate le critiche alla gestione della squadra. L’ingaggio del bravo pilota spagnolo e la linea verde adottata dalla Ferrari ha suscitato consensi e alimentato speranze già per quest’anno e per il futuro, pur essendo consapevoli che la strada per avvicinare i rivali più forti è lunga e in salita.
Dopo aver completato più di 100 giri, più o meno come Leclerc, Carlos è apparso emozionato: «Credo - ha commentato - che non dimenticherò mai questa giornata. Quando sono arrivato e ho visto la Ferrari con il mio numero 55 mi sono quasi commosso e lo stesso è accaduto durante il primo giro. Sono molto soddisfatto. Siamo riusciti a completare il programma, familiarizzare con tutti: dai tecnici ai meccanici, dal volante alle procedure che sono un po’ diverse rispetto alle vetture che ho guidato sin qui. È stato molto bello anche poter avere a fianco mio padre. Meglio di così non potevamo cominciare».
COPPIA DEL FUTURO
Sainz jr, accoppiato a Leclerc, è una garanzia. Il pilota di Madrid sarà certamente di stimolo per Charles, cosa che Vettel non era riuscito a fare, perché si tratta di un puledrino di razza. Debutto in F1 con la Toro Rosso nel 2015, confermato per l’anno successivo, poi due stagioni in Renault e altrettante alla McLaren. Ed è sempre andato in crescendo, fino a classificarsi due volte sesto in classifica generale, come ha fatto nel 2020, quando ha battuto il compagno di squadra Lando Norris, considerato da molti uno dei giovani più promettenti.
SCOMMESSE VINTE
I titolari della Scuderia sono praticamente i leader di una cantera di piloti che l’Academy della Ferrari sta curando dall’inaugurazione nel 2009 che ha contribuito ad allevare piloti come Sergio Perez e lo stesso Leclerc.
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Il Messaggero