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Nell’anno del debutto olimpico del surf a pescare l’onda perfetta è stato il Coni. Il medagliere da record, impreziosito dai clamorosi exploit dell’atletica, sta gettando le basi per far avverare la profezia di Giovanni Malagò. «La credibilità dello sport italiano è ai massimi livelli: si sono creati i presupposti per ospitare grandi eventi in Italia», aveva detto il presidente del Coni, facendo il bilancio di fine spedizione. E, nemmeno 24 ore dopo, ecco che spunta la pista giusta. Roma – base del campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs - correrà per ospitare i Mondiali di atletica del 2027. Un evento che darebbe grande visibilità alla Capitale, che fatalmente, proprio nelle ore della notizia, si trova a leccarsi le ferite – autoinflitte – per quel testimone olimpico che Tokyo ha passato a Parigi dopo il gran rifiuto di Roma 2024.
LA CONFERMA
«Ne stiamo già parlando - conferma il presidente della Fidal, Stefano Mei - tra l’altro i Mondiali arriverebbero a 40 anni esatti dalla precedente edizione italiana del 1987, sempre a Roma». La rassegna iridata dell’atletica sarebbe però solo il primo passo. Perché Malagò avrebbe anche avuto un colloquio con il presidente della Fifa, Gianni Infantino, con il quale starebbe trattando un «cambio di rotta»: non più l’organizzazione degli Europei 2028, ma quella del Mondiale 2030. E, anche qui, Roma avrebbe inevitabilmente un ruolo di primo piano. Insomma, con il boom dello sport azzurro di questa incredibile estate e con l’Italia che torna centrale come paese organizzatore, la domanda – alla Lubrano – sorge spontanea: ma davvero non si potevano fare le Olimpiadi a Roma? Diciamolo: il passaggio di testimone da Tokyo a Parigi, nella cerimonia di chiusura di domenica allo Stadio Olimpico, ha lasciato l’amaro in bocca. Ricevere l’investitura a cinque cerchi dopo la migliore olimpiade della nostra storia avrebbe chiuso il cerchio.
E invece Roma dubita e si arrabbia.
Il Messaggero