Immaginate una versione de “L’Isola dei famosi” dove i famosi non sono dei vip ormai un po’ ai margini dello showbiz ma delle celebrità autentiche....
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SIN CITY
Che poi, la trovata del manager australiano, a sua volta, altro non è che una declinazione di ciò che ha pensato la Nba. Ma essendo gli americani più pirotecnici dei colleghi d’Oceania, al posto dell’isola da sogno ci hanno messo Las Vegas, che garantisce strutture recettive all’altezza delle star del basket americano, arene in abbondanza e know how di stampo Nba, essendo sede della Summer League, l’aperitivo del campionato in cui debuttano i rookie. E, cosa da non sottovalutare, la Sin City assicura neutralità non avendo squadre proprie nella Lega. L’idea piace a tutti, il dibattito è più che altro sulla formula del torneo (finire la regular season, magari accorciandola, o subito playoff con le 16 qualificate al momento?).
VICEVERSA
Il format dell’isola, che sia nel deserto o in mezzo all’oceano, piace perché risolve uno dei problemi principali dello sport post-pandemico: la riduzione degli spostamenti. Diktat al quale si stanno adeguando anche i motori. Sia la MotoGp che la F1 stanno pensando di raddoppiare le gare su determinati circuiti (che è anche un modo per ridurre i costi per i team). Ma come la mettiamo con la “replica” dello stesso spettacolo? Il Circus sta pensando di rubare una soluzione al rally: a Silverstone, una delle tappe designate per il raddoppio, la seconda prova si potrebbe correre “contromano”, nel verso contrario, cioè, a quello in cui solitamente si disputa il Gp. Piccolo problema: percorrere un tracciato non nel suo verso implica vie di fuga differenti e richiede dunque omologazioni differenti. «Ma questo è un periodo particolare», ha obiettato l’ad di Silverstone Stuart Pringle. Già: un periodo in cui sull’isola dei famosi non ci sono avvenenti starlette della tv ma omoni di 105 chili.
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Il Messaggero