Dall'isola del rugby ai Gp “contromano”: lo sport lancia l'operazione fantasia

Dall'isola del rugby ai Gp “contromano”: lo sport lancia l'operazione fantasia
di Gianluca Cordella
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Sabato 11 Aprile 2020, 07:30

Immaginate una versione de “L’Isola dei famosi” dove i famosi non sono dei vip ormai un po’ ai margini dello showbiz ma delle celebrità autentiche. Come i campioni del rugby, che se in Australia non è sport nazionale poco ci manca. E aggiungete al successo annunciato della trasmissione le dirette dei match di campionato di cui i giganti aussie sono protagonisti. La proposta è nata quasi come una provocazione ma ad analizzarla logicamente è una delle idee più brillanti venute fuori in questi giorni di dibattito su come e quando far ripartire lo sport mondiale, flagellato dalla pandemia. La storia è comune: i numeri dei contagi e dei decessi salgono anche nel Sud del pianeta e così l’Australia, tra le altre cose, è costretta a sospendere il campionato di rugby. Che per popolarità equivale allo stop della Serie A alle nostre latitudini. Il sistema ovviamente collassa, al punto che la National Rugby League trova l’accordo con i giocatori: se la stagione non riparte, spariranno cinque mensilità dalle tasche delle star dell’ovale. In questo clima di sacrificio irrompe la mente di David James, manager del Tangalooma Resort sull’isola di Moreton, che a sua volta si ritrova con zero prenotazioni e con 300 dipendenti già licenziati. James propone di sanificare ogni angolo dell’isola al largo della costa del Queensland e quindi di far traslocare lì tutte le squadre della massima divisione. Gli spazi verdi pianeggianti intorno al resort sono abbastanza ampi da poterci ricavare cinque campi regolamentari. Ecco dunque il pacchetto definitivo: un reality che racconti 24 ore su 24 la vita dei campioni e che ha il suo culmine nella diretta delle partite. Vincerebbero tutti (e non parliamo dei match): gli appassionati che potrebbero dare sfogo al tifo seppur a distanza, il resort che per mettere in moto la macchina potrebbe riassumere i licenziati e i club che, vendendo i diritti tv del programma, potrebbero tornare a fare cassa. E non solo: «Abbiamo contattato almeno 15 aziende di diversi settori che trarrebbero vantaggio da questo progetto», racconta James, la cui idea - che non è stata bocciata dalla NRL - è solo una delle trovate creative che lo sport sta inventando pur di ripartire. E comunque i suoi proseliti li ha fatti considerando che un proposta simile è stata avanzata, poco dopo, dall’associazione alberghiera Ashotel, di Santa Cruz de Tenerife, che ha invitato la Liga a finire il campionato alle Canarie. Ma le stelle del calcio, si sa, sono un tantino più snob e così la proposta non è stata nemmeno valutata, al grido di «se porte chiuse devono essere, che siano le porte dei nostri stadi». 

SIN CITY
Che poi, la trovata del manager australiano, a sua volta, altro non è che una declinazione di ciò che ha pensato la Nba. Ma essendo gli americani più pirotecnici dei colleghi d’Oceania, al posto dell’isola da sogno ci hanno messo Las Vegas, che garantisce strutture recettive all’altezza delle star del basket americano, arene in abbondanza e know how di stampo Nba, essendo sede della Summer League, l’aperitivo del campionato in cui debuttano i rookie. E, cosa da non sottovalutare, la Sin City assicura neutralità non avendo squadre proprie nella Lega. L’idea piace a tutti, il dibattito è più che altro sulla formula del torneo (finire la regular season, magari accorciandola, o subito playoff con le 16 qualificate al momento?).

VICEVERSA
Il format dell’isola, che sia nel deserto o in mezzo all’oceano, piace perché risolve uno dei problemi principali dello sport post-pandemico: la riduzione degli spostamenti. Diktat al quale si stanno adeguando anche i motori. Sia la MotoGp che la F1 stanno pensando di raddoppiare le gare su determinati circuiti (che è anche un modo per ridurre i costi per i team). Ma come la mettiamo con la “replica” dello stesso spettacolo? Il Circus sta pensando di rubare una soluzione al rally: a Silverstone, una delle tappe designate per il raddoppio, la seconda prova si potrebbe correre “contromano”, nel verso contrario, cioè, a quello in cui solitamente si disputa il Gp. Piccolo problema: percorrere un tracciato non nel suo verso implica vie di fuga differenti e richiede dunque omologazioni differenti. «Ma questo è un periodo particolare», ha obiettato l’ad di Silverstone Stuart Pringle. Già: un periodo in cui sull’isola dei famosi non ci sono avvenenti starlette della tv ma omoni di 105 chili.
 

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