Tamponi da fare a tutta la squadra 48 ore prima della partita e, in panchina, riserve, staff tecnico e medico distanziati l’un l’altro e con la mascherina. Sono le...
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MISURE DI MITIGAZIONE
Ne consegue che i rischi più bassi li troviamo nella vela con equipaggio singolo, mentre i tutti gli sport che prevedono un contatto il coefficiente s’impenna. Anche nella pallavolo il rischio è elevato, nonostante la rete separi le due squadre ma in azioni quali il muro gli atleti si trovano a distanze ravvicinatissime. Anche nel tennis, nonostante il rischio contagio sia relativo, si segnala il pericolo nel caso i contendenti si trovino entrambi “sotto rete”. Per il resto in un singolare (per il doppio le classi di rischio aumentano) vengono suggeriti gli occhiali per evitare contatto occhi-mani, panchine separate, palline personali (per evitare che l’altro giocatore le usi). Negli sport da combattimento, come judo e scherma, diventa molto difficile prendere precauzioni efficaci. Nell’atletica leggera, nelle gare di velocità fino ai 400 metri l’azione di mitigazione del contagio è lasciare una corsia libera tra gli atleti.
“OGNUNO PROTEGGE TUTTI”
Il protocollo invita a considerare «ancora più importante il rispetto, da parte degli atleti, di queste misure, che dovrebbero essere rigorosamente rispettate in ogni momento differente dal gesto atletico: per esempio in panchina, durante l’ingresso ed uscita dal campo, finanche durante l’inno pre-partita. Gli atleti come personaggi pubblici, ispiratori di valori forti di dedizione e resilienza nello sport, possono aiutare a trasmettere questi comportamenti socialmente rispettosi nel principio di “ognuno protegge tutti”». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero