Palline personali per il tennis e corsie vuote nello sprint, ecco il Protocollo Politecnico-Coni

Palline personali per il tennis e corsie vuote nello sprint, ecco il Protocollo Politecnico-Coni
di Romolo Buffoni
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Mercoledì 29 Aprile 2020, 07:30
Tamponi da fare a tutta la squadra 48 ore prima della partita e, in panchina, riserve, staff tecnico e medico distanziati l’un l’altro e con la mascherina. Sono le indicazioni prescritte per il basket dal Rapporto “Lo Sport riparte in sicurezza” elaborato dal Politecnico di Torino su input del Coni e del Cip (Comitato Paralimpico). Misure che possono essere estese anche agli altri sport di squadra, calcio compreso. In 404 pagine che il presidente del Coni ha trasmesso al ministro dello Sport Spadafora, viene presentato l’intero panorama del nuovo coronavirus (origini, diffusione, sintomi) in relazione poi alle varie discipline sportive. Discipline chiamate a darsi autovalutazioni sui livelli di rischio (da 0 per la valutazione inesistente a 4 per quella elevata) in ogni fase dell’attività, ovvero dagli allenamenti alla gara vera e propria. Il punto discriminante è il “droplet”, la parola inglese che letteralmente significa “gocciolina” adottata in questa emergenza da coronavirus per indicare la dinamica del contagio del Sars-Cov-2 la cui trasmissione avviene attraverso gocce di acqua che trasmettono i germi nell’aria. Quanto deve misurare il distanziamento sociale? «La distanza di sicurezza - scrivono i relatori - è da definire sulla base dell’attività specifica e dell’ambiente. Per esempio, in ambienti ad elevata umidità (es. spogliatoi piscina o aree adiacenti alla vasca), il droplet è più persistente in aria, per via della ridotta velocità di evaporazione». E quanta distanza può coprire il droplet? «In assenza di dati sperimentali - si legge - si è fatto riferimento a un recente lavoro disponibile su: http://www.urbanphysics.net COVID19.html., basato su un modello fluidodinamico, che consiglia distanze tra 5 e 10 metri tra soggetti in scia, variabile sulla base dell’andatura dell’atleta».
MISURE DI MITIGAZIONE
Ne consegue che i rischi più bassi li troviamo nella vela con equipaggio singolo, mentre i tutti gli sport che prevedono un contatto il coefficiente s’impenna. Anche nella pallavolo il rischio è elevato, nonostante la rete separi le due squadre ma in azioni quali il muro gli atleti si trovano a distanze ravvicinatissime. Anche nel tennis, nonostante il rischio contagio sia relativo, si segnala il pericolo nel caso i contendenti si trovino entrambi “sotto rete”. Per il resto in un singolare (per il doppio le classi di rischio aumentano) vengono suggeriti gli occhiali per evitare contatto occhi-mani, panchine separate, palline personali (per evitare che l’altro giocatore le usi). Negli sport da combattimento, come judo e scherma, diventa molto difficile prendere precauzioni efficaci. Nell’atletica leggera, nelle gare di velocità fino ai 400 metri l’azione di mitigazione del contagio è lasciare una corsia libera tra gli atleti.
“OGNUNO PROTEGGE TUTTI”
Il protocollo invita a considerare «ancora più importante il rispetto, da parte degli atleti, di queste misure, che dovrebbero essere rigorosamente rispettate in ogni momento differente dal gesto atletico: per esempio in panchina, durante l’ingresso ed uscita dal campo, finanche durante l’inno pre-partita. Gli atleti come personaggi pubblici, ispiratori di valori forti di dedizione e resilienza nello sport, possono aiutare a trasmettere questi comportamenti socialmente rispettosi nel principio di “ognuno protegge tutti”».
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