Il governo tende una mano al calcio e allo sport in generale. E di fatto certifica che tutto il movimento è in crisi. Non solo la serie A. Il decreto firmato ieri dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE --->Coronavirus, il bacio a distanza tra Garay e la moglie ha commosso Spagna e Argentina
“FORZA MAGGIORE”
Un provvedimento caldeggiato da tutto il mondo dello sport e in particolar modo dalla Federcalcio che nei giorni scorsi si era esposta molto sull’argomento. A seguito della lettera inviata dal Coni in data 12 marzo, la Figc ne ha inviata un’altra il 14 a tutte le sue leghe in cui inviata a raccogliere tutte le varie istanze e a consegnarle entro e non oltre lunedì 23 marzo. Nelle due pagine il presidente Gravina rivendica anche un ruolo di centralità della federazione in questa interlocuzione con il governo. Non a caso sta già lavorando ad un provvedimento da presentare al Mef che verrà esaminato per i prossimi decreti che verranno emanati. Si parla di abbattimento dell’Irpef sui contratti di lavoro per sei mesi, sospensione dei pagamenti degli interessi passivi sui finanziamenti bancari e leasing, la possibilità attraverso il rilascio di un certificato di forza maggiore di rinegoziare con fornitori e dipendenti i contratti inerenti alla gestione societaria. La forza maggiore non può essere applicata ai diritti tv, mezzo principale di sostentamento del calcio. Ecco perché per questo si è pensato a due strade: 1) riduzione dell’iva e abbattimento al 10% di quella sugli abbonati. 2) destinare al calcio una quota dei proventi delle scommesse sportive. Un vecchio cavallo di battaglia della Figc targata Gravina.
LEGGI ANCHE --->Lega Serie A, i club compatti: «Portiamo al termine la stagione»
LA STIMA
Un primo bilancio delle perdite è già stato fatto, in attesa del rapporto che Deloitte stilerà in settimana. Un buco enorme. Basti pensare che la serie A da sola lamenta una perdita di quasi 600 milioni (se il campionato non dovesse ripartire). Quasi 450 sarebbero i mancati introiti dei diritti tv nazionali e internazionali. A cui vanno aggiunti i mancati incassi del botteghino circa 70 milioni e ricavi terzi come ad esempio il merchandising e led bordocampo (50 milioni).
LEGGI ANCHE --->Coronavirus, stop IVA per imprese nelle aree più colpite Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero