Nell'Europa del calcio che vuole ripartire, corre solo la Germania

Nell'Europa del calcio che vuole ripartire, corre solo la Germania
La priorità è ripartire per un’Europa calcistica che sta lavorando senza sosta sul come e sul quando, anche perché, in caso di stop definitivo di tutti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La priorità è ripartire per un’Europa calcistica che sta lavorando senza sosta sul come e sul quando, anche perché, in caso di stop definitivo di tutti i campionati, le perdite stimate sarebbero di circa 1,95 miliardi di euro. C’è chi è decisamente più avanti, come la Bundesliga che ha già ripreso ad allenarsi, punta a ripartire a inizio maggio e vede la fine del tunnel, mentre per gli altri maggiori campionati d’Europa è ancora notte, più o meno fonda. L’unica certezza, dopo i dubbi legittimi che si trascinano da settimane, è che sarà tutto un altro calcio da quello che conosciamo. Con ritiri permanenti, stadi a porte chiuse e controlli stringenti, il prezzo da pagare per la ripartenza.


PREMIER LEAGUE
In Inghilterra cade la data limite del 30 giugno per completare la stagione, decisione ufficializzata dopo la riunione di ieri pomeriggio tra i 20 club di Premier League in conference call. La linea è simile a quella italiana: portare a termine il campionato a costo di giocare ad oltranza (estate inoltrata), ovviamente solo una volta che ci saranno le condizioni per poterlo fare. In ballo ci sono ben 1,3 miliardi di euro da incassare, ecco perché lo stop definitivo al momento è fuori discussione, e non è ancora da escludere l’ipotesi di un ritiro collettivo per convogliare tutti i club a Londra e giocare in un solo stadio, Wembley, le 92 gare residue.

LA LIGA

In Spagna il calcio negli ultimi giorni ha sollevato parecchie discussioni, si lavora per tornare ad allenarsi – secondo i protocolli stilati e rivisti dalla Federazione - da inizio maggio, a piccoli gruppi e poi progressivamente a ranghi completi solo dal 25 maggio in poi. Tebas punta a ripartire dal 6 giugno, ma al momento non ci sono certezze sulle date e in caso di sospensione definitiva la classifica sarebbe congelata senza assegnare il titolo. In Francia c’è una data fissata: il 23 agosto, la prima giornata della prossima stagione. A ritroso, si cerca di chiudere quella in corso programmando la ripartenza a metà giugno e la fine entro luglio. Il sindacato dei giocatori chiede garanzie, e sulla Ligue 1 aleggia lo spettro dei diritti tv, con Canal+ e beIN Sport che minacciano di saldare l’ultima tranche solo a ripartenza avvenuta; lo stop comporterebbe un buco di 275 milioni di euro difficile da colmare. La Bundesliga ha ripresa gli allenamenti e potrebbe essere il primo campionato a ripartire in Europa, ma i giocatori devono fare i conti con protocolli severi e un distanziamento sociale che al momento esclude partitelle e docce negli spogliatoi, le essenze del calcio. Il 30 aprile cadranno le restrizioni nazionali, e l’idea è quella di tornare in campo dal 9 maggio per chiudere la stagione il 21 giugno, un primo ma decisivo passo verso il ritorno alla normalità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero