Coppa America, Brasile e Argentina rivali dopo 12 anni Messi pronto alla rivincita, pressione su Tite

foto da twitter Cbf - federazione Brasile
A distanza di dodici anni, Brasile e Argentina tornano ad affrontarsi per un match decisivo di Copa América. L’ultima volta, a Maracaibo, c’era in gioco la...

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A distanza di dodici anni, Brasile e Argentina tornano ad affrontarsi per un match decisivo di Copa América. L’ultima volta, a Maracaibo, c’era in gioco la vittoria dell’edizione venezuelana del 2007. Nell'undici dell’Albiceleste comparivano vecchie conoscenze del campionato italiano come Zanetti, Cambiasso, Ayala e Veron, mentre il 3-0 brasiliano lo firmavano Julio Baptista, Dani Alves e un autorete di Ayala. Gli unici due titolari “sopravvissuti” di quella finale sono due compagni di successi in blaugrana: Leo Messi e Dani Alves. Tutto è cambiato, perfino invertendo le posizioni rispetto al 2007, quando l’Argentina di Basile era data per favorita rispetto al Brasile di Dunga. L’ex Fiorentina aveva preso in mano la Seleção senza possedere alcuna esperienza in panchina, un po’ come Scaloni che ha iniziato la sua “vera” carriera da allenatore con la Seleccion. Alfio Basile, invece, giungeva a quella finale con il rispetto che si deve a un allenatore vittorioso per due volte in Coppa America: Cile 1991, Ecuador 1993. Un ambiente simile a quello di Tite, che gode di grande fiducia dei giocatori ma che potrebbe dimettersi se non dovesse raggiungere la finale di Rio de Janeiro. 


A prescindere dai possibili paralleli con la finale di dodici anni fa, le due squadre si avvicinano alla semifinale di Belo Horizonte (2.30 italiane) con stati d’animo differenti. Il Brasile ha molta più pressione: è padrone di casa, è favorito e - sorvolando sulle ultime vittorie in Confederations Cup (2009 e 2013) - non vince un titolo significativo proprio dalla Copa del 2007. L’Argentina, invece, potrebbe dirsi più leggera, perché quel mix di pretensione e rassegnazione, che ormai caratterizza l’atteggiamento dei tifosi, non vive una delle sue fasi più acute. La squadra di Scaloni è partita male - una sconfitta con la Colombia e un pareggio con il Paraguay - ma si è ripresa con Qatar e Venezuela, dimostrando di meritare quantomeno la semifinale. Su Messi, finora solo un gol su rigore e zero assist, c’è una pressione gestibile. Finalmente, l’ambiente sembra aver percepito che è lui la chiave di una transizione necessaria per tutto il movimento.


Secondo la stampa argentina, Scaloni potrebbe ripetere l’undici schierato a Rio contro la Vinotinto. Messi, Agüero e Lautaro Martínez sono una certezza. Il centrocampo dovrebbe essere affidato a De Paul, Paredes e Acuña, mentre in difesa Foyth, Pezzella, Otamendi e Tagliafico dovranno proteggere Armani, che in questi primi match si è comunque difeso alla grande. Nel Brasile, invece, torna Casemiro che si riprende il posto occupato da Allan ai quarti. Uno dei pochi dubbi riguarda la condizione di Filipe Luis, sostituito dallo juventino Alex Sandro nel match contro il Paraguay. In avanti, confermata la linea Gabriel Jesús, Coutinho ed Everton a sostegno di Firmino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero