Brasiliani contro argentini, ovvero il talento contro la 'garrà: la finale di Coppa Libertadores, in programma stasera (saranno le 21 in Italia) al Monumental...
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I 'Los Millonarios' di Marcelo Gallardo arrivano alla sfida con i favori del pronostico, ma l'ex tecnico del Benfica crede nell'impresa: per non dare alcun vantaggio agli avversari, ha fatto allenare la squadra in un campo della federazione peruviana dietro un muro di telone nero, appositamente costruito per tenere a bada la stampa e 'spiè argentine. Dopo la finale infinita dell'anno scorso, disputata a Madrid in seguito agli incidenti di Buenos Aires, la coppa torna quest'anno a giocarsi sul suolo sudamericano, con la grande novità della partita secca, sulla falsariga della Champions League. Un ultimo atto che anche quest'anno però ha avuto il suo bel daffare, visto che inizialmente Flamengo e River avrebbero dovuto giocare a Santiago del Cile: le proteste antigovernative in corso nel Paese hanno però convinto la Conmebol a spostare la finale nella capitale peruviana onde evitare altri problemi.
Le due squadra arrivano all'appuntamento senza grandi problemi di formazione: Gallardo starebbe valutando l'inserimento nell'undici titolare di un difensore in più (Paulo Diaz al posto di Palacios) che porterebbe a un più accorto 5-3-2, mentre Jorge Jesus fa grandre affidamento sul grande protagonista della stagione, l'ex interista (ad oggi ancora di proprietà nerazzurra) Gabigol, capocannoniere della Libertadores con 7 reti in 11 partite, che si gioverà dell'estro di Everton e dell'esperienza di Filipe Lus (ex Atletico Madrid) e Rafinha (ex Bayern Monaco), oltre a Gerson, ex centrocampista di Roma e Fiorentina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero