La Roma protagonista al Convegno Eca, Viscidi: «Impressionato dai loro metodi di lavoro»

Il Coordinatore Nazionali Giovanili FIGC: «In generale vedo un eccesso di preparazione tattica e poca tecnica. I Friedkin? Stanno investendo molto sui giovani»

Il general manager della Roma Tiago Pinto a colloquio con Mourinho e Vincenzo Vergine (responsabile del Settore Giovanile)
Allo stadio Olimpico di Roma si è svolta la quarta edizione del convegno ECA Youth Knowledge Exchange, uno degli appuntamenti internazionali più importanti dedicati...

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Allo stadio Olimpico di Roma si è svolta la quarta edizione del convegno ECA Youth Knowledge Exchange, uno degli appuntamenti internazionali più importanti dedicati al confronto sull'evoluzione dei metodi di lavoro nella gestione dei settori giovanili tra i Club iscritti all'ECA. Tra tutti gli interventi dei rappresentanti dei maggiori club internazionali, c’è stato quello Vincenzo Vergine, responsabile Settore Giovanile AS Roma: «Le relazioni e i confronti che sono scaturiti hanno rappresentato un momento di crescita e di arricchimento, oltre a essere stati un modo per far capire in quale direzione vogliamo andare. Ritengo a tal proposito fondamentale l’aggiornamento: in Italia abbiamo sviluppato metodologie all’avanguardia, ma è altrettanto vero che sotto alcuni aspetti ci sono Paesi in Europa che offrono spunti costanti. Per questo vogliamo continuare a dare il nostro contributo al dibattito sul futuro dei settori giovanili e trarre al contempo giovamento da esso».

Ed è proprio questo tema che ha approfondito Maurizio Viscidi, Coordinatore Nazionali Giovanili FIGC: «Nonostante i risultati delle nazionali giovanili siano confortanti, io sono un po’ preoccupato per la parte tecnica, perché vedo nei settori giovanili un eccesso di lavoro tattico, un eccesso di lavoro sulla squadra, sul collettivo, invece mi piacerebbe ci fosse alla base un miglioramento tecnico. Questo è dovuto anche al fatto che sia cambiato il modo di vivere. I talenti di una volta, possiamo prendere anche Totti come esempio, oltre agli insegnamenti avuti dagli allenatori, giocavano tutto il giorno per strada, dribblavano anche i sassi, giocavano tra le macchine. Ecco, questa parte di gioco spontaneo non ci sarà più e quindi sarebbe bene che gli allenatori si sostituissero a questo, facendo più tecnica, più partite a campo ridotto e con più situazioni di gioco con la palla».

E la Roma sta cercando di lavorare proprio in questa direzione: «Sono stato veramente impressionato dal metodo di lavoro dell’AS Roma sul settore giovanile, ne parlavo prima anche con i miei allenatori e i preparatori del Club Italia che sono qui con me. Sono rimasti impressionati anche loro dall’enorme investimento economico, dalla grande organizzazione, dall’attenzione al giocatore a tutto tondo. Non solo al giocatore come parte calcistica, ma anche al giocatore come parte umana, quindi curando l’aspetto scolastico, ma anche quello relativo all’alimentazione, al sonno e al tempo libero. Il numero di persone, di professionisti, l’integrazione delle aree ci ha fatto veramente riflettere su quanto la Roma stia investendo a tutto tondo sul settore giovanile, per questo devo farle i complimenti. Si vede questa aria internazionale, non è un’organizzazione provinciale, è internazionale».

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Il Messaggero