Conte, "the winner" ha riconquistato l'Inghilterra

Conte, "the winner" ha riconquistato l'Inghilterra
Due cose resteranno scolpite nella memoria dei tifosi del Tottenham dopo il 3-2 sul campo del Leicester: la doppietta dell’olandese Steve Bergwijn, capace di ribaltare il...

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Due cose resteranno scolpite nella memoria dei tifosi del Tottenham dopo il 3-2 sul campo del Leicester: la doppietta dell’olandese Steve Bergwijn, capace di ribaltare il 2-1 delle Foxes tra il 94’ e 52 secondi e il 97’ con due gol spettacolari e il tributo a Antonio Conte, diventato virale nei social in salsa Spurs. L’allenatore italiano ha una tifoseria ai suoi piedi. È il re di un popolo che si sentiva nudo dopo l’addio di Mauricio Pochettino. Ispira persino canzoni molto gettonate nei pub dei suoi tifosi: «Antonio Tottenham’s Godfather, first he banned the ketchup, then he banned the mayonnaise, olé, olé, olé». Traduzione: Antonio Conte, padrino del Tottenham, prima ha vietato il ketchup, poi la maionese. C’è anche la variante: mangia spaghetti e beve birra Moretti.


Antonio è rimasto impressionato dai cori dei tifosi a Leicester. È un affetto che lo responsabilizza, che lo spinge a non voler deludere questo entusiasmo. Conte ha eredito da Espirito Santo una squadra in difficoltà, ottava in Premier, umiliata in casa dal Manchester United (0-3) il 30 ottobre 2021, con Harry Kane a secco in campionato.

Oggi il Tottenham è quinto, a – 1 dal quarto posto e con tre gare da recuperare. L’obiettivo Champions non è un’utopia: assegnati tre posti a Manchester City, Liverpool e Chelsea, per l’ultimo a disposizione sono in corsa West Ham, Tottenham, Arsenal, Manchester United e Wolverhampton. Conte sta spingendo la macchina al massimo. Ha dato un’anima agli Spurs e, soprattutto, carattere. «Noi non ci arrendiamo mai», ha detto a Leicester, spiegando le ragioni dell’incredibile ribaltone. Antonio ha recuperato Harry Kane, tornato al centro del progetto tecnico del Tottenham. Un quadro positivo, in cui stona però la politica parsimoniosa del club, tradizionalmente tra i più ingessati sul mercato. Conte ha lasciato intendere più di una volta che sta dando il massimo e che per compiere il salto di qualità servono investimenti mirati, ma Daniel Levy, storico presidente esecutivo degli Spurs, è un osso duro a tutti i livelli: per le controparti durante le trattative, per i giocatori quando si affrontano i rinnovi contrattuali e per gli allenatori, costretti a fare un pressing incessante per ricevere i rinforzi.
IL FUTURO


Ecco perché non è scontata la permanenza di Conte a fine stagione. Ha accettato la panchina del Tottenham perché voleva rimettersi al lavoro, era contento di tornare in Premier e adora Londra, ma da solo non può smuovere le montagne. Serve il sostegno del club, la voglia di compiere il salto di qualità sul mercato. Celebrato dagli ex calciatori opinionisti (Crouch, Scholes, Neville) come grande manager e serial winner, Antonio rappresenta per gli Spurs la prova della verità: se mancherà la volontà di ascoltare le richieste del tecnico italiano, il Tottenham resterà prigioniero della sua mediocrità. L’ultimo trofeo risale al 2008, Coppa di Lega: è già ingrigito dalla polvere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero