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LE CADUTE
Ogni volta che si è trovata davanti un ostacolo alto l’Inter di Conte non l’ha superato: in Europa è stata sconfitta da Barcellona e Borussia Dortmund, in Italia due volte su due dalla Juventus, una dalla Lazio e, prima di sabato, non era riuscita a battere né Atalanta né Roma. Emblematico dei problemi fra società e allenatore, il caso Eriksen, utilizzato solo a sprazzi, fino all’esclusione nelle ultime due partite con Napoli e Atalanta, con tanto di sgarbo, o comunque di mancanza di rispetto per un giocatore così importante, mandandolo in campo a risultato acquisito al 88‘ e all’89’. Ora la rottura si sta consumando sui prossimi acquisti: Conte vuole giocatori pronti subito per vincere subito, non è uomo da progetti a medio termine. La società cerca giovani per costruire oltre al presente anche un futuro. La novità è che stavolta, oltre a Marotta e altri dirigenti minori, Conte ha tirato in ballo direttamente la proprietà cinese, con un frontale che non sarà sicuramente gradito e che fa seguito alla battuta sprezzante sul caso Suning-Messi-Duomo di Milano. Per sapere come finirà bisognerà attendere la conclusione dell’Europa League (l’Inter ha un cammino in discesa fino alla finale). Poi si capirà se sarà tregua – con Conte la pace è impossibile – dimissioni o magari licenziamento per giusta causa, cioè per danno d’immagine alla società. In ogni caso, dietro l’angolo si allunga l’ombra di Allegri. Proprio come alla Juventus.
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Il Messaggero