Tiene il passo della Lazio, aggancia Inter e Fiorentina, si connette alla felicità con il nono gol stagionale di Higuain e si prende un’altra (larga) fetta della vetrina di...
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A Verona vedi un Napoli che gioca perennemente rasoterra, usa il campo come un biliardo, verticalizza quand’è ora pescando Hamsik fra le linee (lo slovacco sta tornando a sentirsi libero come uccel di bosco), allarga su Insigne e Callejon quando l’avversaria si stringe in mezzo. Higuain è il biglietto da visita degli azzurri al tavolo delle grandi: due pali, poi un gol di classe e prepotenza. L’assist di Ghoulam è un altro tassello nel puzzle del timoniere, perché Sarri ci ha insistito, sul francese naturalizzato algerino, e i fatti gli stanno dando ragione. I fatti dicono che il Napoli sa anche dosare la benzina. Veniva dal viaggio in Danimarca per l’Europa League, è partito soft facendo quel che sa fare e ha saputo pestare sull’acceleratore alle prime tremarelle del Chievo. Era un Chievo rintanato, a differenza del solito, perché contro questo Napoli non puoi permetterti di osare troppo. Il risultato è che gli azzurri hanno trovato comunque il chiavistello, sapendo aspettare, con pazienza, forti di un’autostima che al momento li sorregge a pieno. La gestione di Sarri era iniziata a Sassuolo con una sberla. Ha iniziato presto a virare verso il sole. E adesso il Napoli è una squadra che dà l’impressione di poter accarezzare i sogni.
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Il Messaggero