Primo capitolo del romanzo popolare che attraversa il Paese e lo unisce, spaccandolo: il campionato di calcio. La Juve ha ripreso il discorso interrotto lo scorso 18 maggio dallo...
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Buona la prima per Allegri. Per lui era fondamentale portare a casa il bottino pieno per tante, troppe ragioni. E ci è riuscito, sfatando in parte il tabù che spesso lo ha visto quasi mai vincente all’esordio. Pronti via. Allegri ha scelto di non rischiare. Troppe le assenze. Altrettanti i rischi. Meglio andare sul sicuro. E così ha rispolverato il 3-5-2 di Conte con Coman, francese classe 1996, predestinato, all’esordio dall’inizio là davanti insieme a Tevez. Proprio da un calcio d’angolo dell’Apache è nato il vantaggio: uscita a vuoto di Bardi. Caceres sul secondo palo di testa l’ha messa dentro con la gentile collaborazione di Biraghi. Uno a zero. Il Chievo ha subito il colpo.
Corini aveva scelto il 4-3-2-1 per coprire tutto il campo, ma non si aspettava una Juve così cattiva e sciupona. Marchisio prima (azione meravigliosa di Pogba) e due volte Vidal (un salvataggio sulla linea e un palo) non hanno trovato il raddoppio. Scampato il pericolo i padroni di casa hanno provato a fare qualcosa, facendosi vedere dalle parti di Buffon, che non ha rischiato più di tanto. E’ stato un momento, perché la Juve ha ripreso a macinare gioco, creando allo scadere altri due pericoli con Tevez e Caceres, disinnescati dalla traversa. Campioni d’Italia padroni del campo e delle operazioni: 1 gol e 3 legni. Chievo ancora in partita grazie alla buona sorte.
Nella ripresa subito doppio cambio per Corini: fuori Mangani e Schelotto, dentro Radovanovic e Paloschi con un modulo un po’ più offensivo rispetto al primo tempo. Juve però ancora padrona. Esordio per lo spray al minuto 12 della difesa. Ma Tevez dal limite ha calciato sopra la traversa. Standing ovation per il giovane Coman al momento della sostituzione. Gli è mancato solo il gol. Al suo posto Llorente, che ha smaltito la febbre. Lo spagnolo subito pericoloso, ma non è riuscito a buttarla dentro, come Caceres. Ma il calcio sa essere strano, imprevedibile, quando non chiudi i conti. La palla della beffa è capitata fra i piedi di Maxi Lopez. Buffon si è superato, respingendo la conclusione dell’argentino da due passi.
E’ stato l’ultimo lampo (prima dell'espulsione di Corini nel recupero) di una partita piacevole, divertente, piena di occasioni che la Juve ha meritato di vincere per quello che ha costruito e creato. Tre punti. Saluti e baci.
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Il Messaggero