Il suo nome è Debra, Debra L. Friedkin. Non è un agente segreto, alla “Bond, James Bond” che nel caso usò prima il cognome. Né è...
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GRANDI DONNE
E poi si sa quanto le donne siano importanti nella vita e nella sorte dei romanisti (mica solo di loro, del resto): basti pensare alla bella Amra, la moglie di Dzeko che, realtà o aneddotica, fu la condottiera della fiera resistenza maritale a una cessione “fòri le mura”, l’anno che la Roma fece piangere Messi. Debra L. Friedkin è anche una signora piena di interessi che si sparpagliano dall’archeologia alle questioni immobiliari alla filantropia che è attività molto praticata dai ricchi americani, forse anche per ragioni fiscali ma non si vada troppo per il sottile. Quelli che entrano nei posti più alti delle graduatorie di Forbes quanto a patrimonio, sono tra i primi anche in quelle delle donazioni. Quanto all’archeologia, Debra ha un sito (reale, non web) dedicato al suo nome. E’ il “Debra L. Friedkin Sites” nel Texas dove è stata rinvenuta l’arma più antica mai ritrovata in America: le superricerche l’hanno datata a 16 mila anni fa, precedente la cultura preistorica dei Clovis, i progenitori dei Nativi Americani. Il sito si trova dalle parti di Buttermilk Creek, nome delicato (burro e latte, cioè latticello) e dicono che uno dei luoghi nei quali si esercita non solo il patronato ma la diretta attività della signora Friedkin si chiami Monte Verde. Come il quartiere di Roma, ma due parole.
COSCIENZA GREEN
La signora Friedkin si occupa, raccontano, anche della gestione di quella attività lontana, in Tanzania, dove avrebbe ideato e suggerito soluzioni per il Miwba Lodge, che definire un resort di lusso è come dare della capanna a un palazzo nobiliare. Ma il luogo non è soltanto questo: è anche, e soprattutto, un territorio sconfinato, 61 milioni di acri, 2 milioni e mezzo di ettari, nel quale difendere la biodiversità animale e vegetale. L’ambiente è nel cuore della signora Friedkin. Ora queste due sensibilità, l’archeologia e la tutela dell’ambiente, ben si coniugheranno con la città di Roma. Debra saprà già, di sicuro, che le buche per strada non sono siti né topi e gabbiani specie da proteggere, semmai da cui proteggerci. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero