Cataldi e Marusic, la rivincita dei giocatori comuni

Cataldi e Marusic, la rivincita dei giocatori comuni
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La Lazio di Inzaghi somiglia tanto ad uno di quei romanzi corali. Uno di quelli in cui ogni pagina è una lezione positiva. Ci sono gli eroi che infiammano i sogni. Quelli cui ti aggrappi per inseguire la gloria. E accanto a loro un esercito di fedeli che non abbandona mai. Un gruppo di facce pulite e “comuni” in cui ogni tifoso laziale si riconosce. Ieri due su tutti Cataldi e Marusic. E non solo perché hanno fatto gol ma perché con le loro storie, così diverse ma così uguali, rappresentano l’emblema della rivincita. Quella catarsi che risolleva e rasserena l’animo dello spettatore. Una purificazione per Cataldi proprio nel teatro dove tre anni fa si consumò la tragedia. Un agnello che si sacrifica proprio nei giorni di Pasqua. Di mezzo c’è sempre quel Pandev che da amato si è trasformato in odiato. Da difensore a traditore. Il 19 aprile del 2017 Goran segna il gol del momentaneo 2-1.


SCINTILLE

Erano gli anni delle scintille con Lotito e dei saluti dolorosi. Cataldi, dopo una stagione in cui indossa anche la fascia di capitano, viene spedito alla corte dei rossoblù. Difficile da mandare giù perché è cresciuto con l’aquila nel cuore. Ecco allora che al gol corre verso quel fratello di sventure e lo abbraccia. Un affronto per il popolo laziale che mette la lettera scarlatta anche sulle spalle di Danilo. Da lì la difficile risalita vino all’arcobaleno purificatore che squarcia le nubi e ferma la pioggia. Una magia. Un gol d’amore e per amore.Un urlo con il pugno al cielo. Un grido di gioia. Come quello di Marusic. Una nuova ala con cui planare sul sogno. Sembrava essere finito nel dimenticatoio della panchina, bruciato dallo scatto del furetto Lazzari. I problemi alla schiena a frenarlo ancor di più. Ha lottato, faticato e ha sfruttato la concorrenza con il nuovo arrivato in maniera positiva. Inzaghi lo ha capito e al momento giusto lo ha rilanciato. Prima, quasi a sorpresa con l’inter (geniale intuizione) poi fiducia rinnovata a Marassi. Mossa azzeccata. Ci ha messo meno di due minuti a fare gol. Una percussione di rabbia e potenza, il tiro poi solo gioia. Sfrenata, meritata. Perché la Lazio è questo: una immagine a colori su uno sfondo in bianco e nero. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero