A Firenze è esplosa la Bernamania. Tutti pazzi per questo ragazzo del '94 che pennella gol assist come un artista. Tanto che la città in cui il senso estetico raggiunge...
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PRONTO ALLA SFIDA
Il viola ha chiarito meglio il discorso: «Mi aspetto una gara difficile, ma noi dobbiamo vincere ad ogni costo perché giochiamo in casa e i nostri tifosi devono festeggiare». Il riferimento agli incontri del Franchi è dovuto alla lunga astinenza da 3 punti (in campionato) che la squadra di Montella ha patito a Firenze dal 6 aprile scorso (2-1 all'Udinese) fino al 5 ottobre, quando l'Inter è stata asfaltata con 3 gol. «Scontro diretto per la Champions? Credo - ha detto Bernardeschi - sia troppo presto per fare certi ragionamenti. La stagione è appena cominciata, rimanderei queste valutazioni alla sosta di Natale, lì capiremo meglio quali saranno le vere pretendenti al terzo posto». Nella scorsa stagione per Federico 12 gol a Crotone e convocazione per uno stage a Coverciano con Prandelli (unico calciatore di serie B). Quest'anno esordio in A accompagnato da 4 gol in 5 partite continentali: con l'Under 21 in rete contro Cipro e Slovacchia, mentre in viola a segno con Guingamp e Dinamo Minsk in Europa League.
LA CURA MONTELLA
Montella lo protegge e lo invita a tenere i piedi ben saldi a terra, ma il ragazzo di Carrara non dà problemi: è tipo tranquillo, pensa solo al pallone e sul corpo ha tatuato il Pater Noster in latino. Viene da una famiglia molto religiosa. Il suo contratto scade nel giugno 2016, la Fiorentina sta pensando di blindarlo: «Testa bassa e lavorare - ha spiegato - del futuro parleremo con calma con la società, non c'è fretta». Un Bernardeschi così in forma pone qualche dubbio a Montella per la formazione anti-Lazio, visto che il tecnico viola avrebbe voglia di confermare quella che ha travolto l'Inter. Da oggi Montella avrà tutti i dieci nazionali a disposizione e potrà cominciare a preparare la sfida con la Lazio. Intanto Gomez non è ancora convocabile, mentre ha recuperato ed pronto Marko Marin. Infine Nenad Tomovic, reduce dalla tremenda sfida tra Serbia e Albania: «Quello che è successo è assolutamente deprecabile. Noi in panchina ci siamo accorti subito che, se la bandiera non fosse stata portata via rapidamente da qualcuno, ci sarebbe stata un'invasione dei nostri tifosi per farla sparire, per questo ci siamo precipitati in campo. Il mio unico intento era riportare la calma ed insieme ad alcuni miei compagni abbiamo anche aiutato qualche giocatore dell'Albania a rientrare negli spogliatoi».
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Il Messaggero