Allarme futuro in casa Virtus Roma. L’incertezza sull’iscrizione al prossimo campionato regna come avviene puntualmente nelle ultime stagioni nel club del presidente Claudio...
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Rappresentare degnamente la città di Roma, ha scritto il presidente. Il gruppo allestito nell’ultima passione di certo non lo ha fatto e qualcuno dei giocatori arrivato in corsa poteva essere lasciato fuori. Purtroppo, qui, si comincia sempre in ritardo e anche i rimedi arrivano troppo tardi. Speriamo di non ascoltare un altro appello tipo volgiamo 5000 abbonamenti annunciando, contemporaneamente, l’addio a Phil Goss e la nascita di una squadra di giovanotti.
Toti ha scritto della sua esperienza al vertice della Virtus. «Dopo 15 anni la passione non è cambiata, ma altre cose invece sì. Anni trascorsi ad inseguire successi, a volte raggiunti. Sempre un solo filo conduttore: garantire il grande basket a Roma. Ogni anno una nuova avventura con crescente difficoltà. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da difficoltà prevalentemente dovute all’impossibilità di programmare, a causa dell’incertezza economica scatenata dalla crisi che ha allontanato alcuni sponsor e con i superstiti sono stati stipulati, salvo poche eccezioni, solo contratti annuali. Non sono bastati i risultati per accendere quell’interesse che avrei voluto vedere nella Città. Nessun nuovo sostegno è arrivato. Tutto sempre affidato alla sola volontà della proprietà di ricapitalizzare ogni anno la Società.
Molte le difficoltà determinate dalla mancanza di una CASA per la VIRTUS che per lungaggini burocratiche non si è potuta ancora realizzare. L’impianto di gioco è inadeguato per efficienza e costi di gestione. Un pubblico che, nonostante le ultime buone stagioni, non è cresciuto garantendo un adeguato supporto alla Società.
Davanti alle tante problematiche non risolte, alla assoluta mancanza di sostegno della Città, alla difficoltà sempre crescente di reperire sponsor, serve un momento di grande riflessione: chi vuole veramente che il grande basket a Roma sopravviva?
Ad oggi ancora non esiste alcuna certezza per il main sponsor Acea. Proverò fino alla fine a giocare la partita, ma nel rispetto del fair play finanziario che oggi più che mai ritengo etico rispettare. Ancora un mese per trovare soluzioni adeguate che possano garantire un futuro con un orizzonte temporale di medio termine, per poter programmare e costruire».
La lettera non aggiunge molto a quello che si sapeva. Situazione di stallo in casa Virtus con il presidente che ricorda come non possa programmare il futuro. Va detto che nelle ultime stagioni a nessun giocatore in crescita - Lawal ma non solo - è mai stato proposto in tempi giusti di allungare il contratto, salvo poi veder partire per altri club i campioni. Si riparte sempre da zero e uno sponsor importante non è sempre disposto a scommettere per non rischiare pessime figure come è stato quest’anno.
Sul fronte del pubblico, non è vero che quello di Roma sia assente. Nei limiti di un impianto vetusto e pochissimo funzionale com’è il Palazzetto, i tifosi hanno sostenuto la Virtus. Se poi non si va al Palaeur perché il costo è elevato, il discorso è diverso. Ricordiamo che la Virtus tre anni fa ha giocato al Palazzetto la finale scudetto contro Siena...
L’anno prossimo niente basket di serie A a Roma? Non crediamo sia possibile, ma tutti se ne faranno una ragione andando a tifare per l’Eurobasket o la Stella Azzurra, possibilmente lontani da polemiche con gli arbitri.
Sul futuro aggiungiamo: oggi non c’è nessun giocatore sotto contratto, non c’è un allenatore e sarebbe un errore privarsi di Luca Dalmonte con il quale partire con un progetto. E, a proposito di progetto, va chiarita la posizione di Nicola Alberani, il general manager che vorrebbe rimanere ma non è messo nelle condizioni di lavorare. Il dirigente ha un contratto importante, ma a cosa serve se non può prendere giocatori?
Un'ultima considerazione: perché il presidente Toti non fa una conferenza stampa per spiegare la situazione e accettare qualche domanda?
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Il Messaggero