Quasi 23 minuti giocati contro Portorico, sei punti segnati e quattro assist. Ariel Filloy chiude il mondiale da protagonista dopo alcune partite nelle quali di minuti in campo ne...
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- E' stata la vittoria della sofferenza e della grinta. Tu ce ne hai messa parecchia in partita
«Ho dato il mio contributo, spero sia servito. Io sono un giocatore generoso e cerco sempre di aiutare la causa. Si era messa la partita, siamo partiti malissimo, poi ci siamo ripresi. Avevamo visto che non stavamo facendo una bella figura e non era piacevole finire così il mondiale e volevamo lasciare un'immagine più bella di questo gruppo. Per fortuna alla fine, anche con qualche difficoltà, ce l'abbiamo fatta»
- Vi siete detti qualcosa nello spogliatoio tra il primo e il secondo tempo?
«Nulla di particolare, ci siamo detti che non serviva parlare di cose tecniche, ma giocare a basket e divertirci. Era l'ultima partita, dovevamo cercare di tirare fuori la pressione e fare il meglio. Senza pensare che era una partita che non contava per la classifica, ma solo per lasciare un segno positivo»
- Ti aspettavi personalmente qualcosa di più, magari un po' più di spazio?
«Sono scelte che fa l'allenatore, io cerco di essere pronto in tutte le partite. Oggi ho giocato e sono riuscito a fare qualcosa di buono. Speravo come risultato di squadra di poter fare qualcosa in più, ma le partite le giochiamo contro gli avversari e anche la Spagna ha giocato per vincere ed è stata più forte di noi. Ci abbiamo provato, ci è andata male, almeno contro Portorico abbiamo chiuso bene»
- Sacchetti ha confermato ancora una volta in sala stampa di averti portato per il grande rapporto che avete. Ti ha definito silenzioso, perfetto e che sa stare al posto suo. E' motivo di orgoglio per te?
«Molto e ringrazio il coach, così come tutto lo staff della nazionale, per avermi portato e avermi comunque dato questa grande possibilità. Ho un rapporto speciale con lui e sono sempre felice di rispondere alla nazionale. Al di là delle due sconfitte, questo gruppo ha dimostrato grandi qualità. Sono orgoglioso di averne fatto parte». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero