Bucchi: «Virtus, ora regaliamoci la Coppa Italia»

Bucchi: «Virtus, ora regaliamoci la Coppa Italia»
«Vince chi mette la freccia nell’ultimo chilometro e noi siamo stati bravi a farlo quando loro hanno abbassato il ritmo e non li abbiamo lasciati scappare»....

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«Vince chi mette la freccia nell’ultimo chilometro e noi siamo stati bravi a farlo quando loro hanno abbassato il ritmo e non li abbiamo lasciati scappare». Piero Bucchi, allenatore della Virtus Roma, torna sulla preziosissima vittoria che la sua squadra ha ottenuto a Trento e che ora fa vedere il finale di girone con altra prospettiva.

Lei ha definito a caldo la partita contro l’Aquila una partita folle. La pensa ancora così?
«E’ stata una partita stranissima, con tanti ribaltamenti nel punteggio e tante azioni veloci da una parte e dall’altra. Quando Trento ha abbassato il ritmo, noi abbiamo ridotto il numero di palle perse, difeso con maggiore concentrazione e creato quel break ad inizio di quarto periodo (0-18, dal 67-60 al 67-78, ndr) che ha impedito ai nostri avversari di ragionare e rientrare».
Eppure nei primi 20 minuti avete subito un punteggio alto.
«Vero, ma questo è frutto di tanti fattori. Trento è partita forte e noi abbiamo accettato il loro ritmo. Aggiungo che quando si ha un giocatore come Dyson a cui piace correre è più facile attaccare il ferro in pochi secondi anziché ragionare di più. Aumentano i possessi ed è chiaro che il gioco cambia, si hanno più tiri e di conseguenza più canestri. Jerome è un giocatore di corsa e il ritmo si alza inevitabilmente».
Proprio Dyson sabato sera è stato capitano vero con una grande prova in attacco e in difesa.
«Dyson è la punta di diamante della Virtus, al pari di Jefferson. Avendolo allenato già a Brindisi, lo conosco bene e so quello che ci può dare. A Trento è stato bravo come realizzatore, ma ha aiutato molto anche la squadra con sei assist e tanta difesa. Ne hanno beneficiato Jefferson, Buford e Alibegovic. Anche Baldasso, Pini e Moore hanno fatto cose importanti, abbiamo vinto di squadra e di gruppo».
Tre mesi di serie A e sette vittorie in classifica. Si può già fare un bilancio?
«Sicuramente positivo. Siamo una neo promossa e il nostro obiettivo principale è quello di salvarsi il prima possibile. Al netto di qualche fisiologico alto e basso, siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto, pur con tante difficoltà e con tanti infortuni e allenamenti fatti in emergenza. Però essere a quota 14 punti è davvero motivo di vanto».
Domenica prossima arriva Brescia al pala Eur, una partita che può valere la qualificazione alla Coppa Italia. Se lo aspettava?
«No e continuo a dire che dobbiamo rimanere con i piedi per terra e pensare una partita alla volta. Sarà prima di tutto una bella partita davanti al nostro pubblico per chiudere al meglio un anno, il 2019, che ci ha regalato tante soddisfazioni. Per la Coppa Italia una vittoria potrebbe non bastare, poi abbiamo due trasferte e il riposo all’ultima di andata. Cercheremo di vincere, ma servirà anche avere una settimana di allenamenti senza intoppi». 
A proposito di allenamenti, cosa è cambiato dopo aver perso a Varese e in casa contro Treviso?

«Questa domanda mi permette di chiarire un concetto: abbiamo preparato alcune partite senza poterci allenare al completo per giorni interi. Solo con allenamenti seri vai in campo con più fiducia. Il lavoro settimanale è fondamentale. Il nostro gruppo è nuovo alla serie A e avere problemi fisici non aiuta. Ora le cose vanno meglio e in campo si vede». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero