Atletica, Tamberi: «Obiettivi 2019? Io punto in alto»

Atletica, Tamberi: «Obiettivi 2019? Io punto in alto»
«Obiettivi per il 2019? Io punto in alto. Non mi piace essere arrogante, per il momento penso a perfezionare la tecnica e secondo me tante cose verranno, anche con un...

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«Obiettivi per il 2019? Io punto in alto. Non mi piace essere arrogante, per il momento penso a perfezionare la tecnica e secondo me tante cose verranno, anche con un pizzico di fortuna. Secondo me però ci sarà da divertirsi». Lo dice l'altista azzurro, Gianmarco Tamberi, in occasione della tradizionale riunione di programmazione dell'Atletica Elite Club al centro di preparazione olimpica 'Giulio Onestì dell'Acqua Acetosa a Roma. «Pretendo molto da me stesso - ha specificato Gimbo - credo che in questo momento storico siamo tornati a un livello del salto in alto che non è quello degli ultimi quattro anni, che era impensabile. Nel 2016 eravamo in otto sopra i 2 metri e 35. Quest'anno, solo uno, oltre a uno squalificato per doping». Dopo l'infortunio alla caviglia sinistra che lo aveva messo out per le Olimpiadi di Rio 2016 e la successiva mancata qualificazione alla finale dei Mondiali di Londra (saltando comunque a 2.29), per il marchigiano, si chiude un 2018 all'insegna del riscatto in prospettiva dei Mondiali di Doha nel 2019: «Fisicamente sono ritornato ad essere un atleta - confessa Tamberi - ovvero uno che corre i 60 metri e rimbalza come prima dell'infortunio. Mi sono sentito di nuovo rigenerato e competitivo come prima. Poi ci è voluto abbastanza tempo per limare i difetti che mi portavo dietro dall'infortunio ma ora posso dire che ci abbiamo messo una pietra sopra. Il prossimo anno sarà divertente». Un occhio anche a Tokyo 2020, con la Iaaf che ha varato il nuovo sistema di qualificazione attraverso il ranking: «Credo sia una scelta azzeccata - conclude l'azzurro - È giusto che a un campionato del mondo si qualifichi chi dimostra di valere più volte quel tipo di competizione. Una semplice misura da saltare lasciava il tempo che trova. Chi segue l'atletica sa che serve continuità delle misure, non solo il picco».
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Il Messaggero