Si chiude il gruppo B e cominciano a prendere forma i quarti di finale della Coppa America. Nel girone, considerato il più difficile sulla carta, nessuna sopresa: l’Argentina...
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Le partite di giornata non regalano grandissime emozioni. L’Argentina, troppo innamorata di se stessa, finisce per appisolare il pubblico di Vina del Mar. Il risultato lo sblocca al 10’ Gonzalo Higuain con una girata in area fra tre difensori giamaicani. Poi tante occasioni da gol, ma nessuna concretizzazione. La nazionale del Tata dimostra ancora di essere ingabbiata dentro uno schema affascinante, ma poco duttile. Linee avanzate, gioco offensivo con 8-10 uomini nella metà campo avversaria, e un possesso palla altissimo (la media più alta della Coppa America 70%, come riporta il Diario Olé). I numeri però dicono che l’Argentina non è del tutto efficace: solo 4 reti in 3 partite. L’essersi trascinato l’1-0 contro la Giamaica fino al 90' ha fatto indispettire parte della stampa argentina, che comincia a chiedersi fino a che punto si debba seguire la strada indicata dal Tata. È certo che il tecnico rosarino non desisterà, dal momento che possiede tecnica e uomini per poter applicare la sua idea di calcio. Le critiche non mancano, ma la Selecciòn può davvero conquistare il quindicesimo titolo. Soprattutto con questo Messi, che alla fine della sua centesima gara in nazionale trova anche il tempo per concedersi un selfie con l’avversario Brown. A La Serena, invece, Lucas Barrios risponde al vantaggio uruguaiano di José Giménez. Il maestro Tabaréz dovrà confrontarsi con il perfezionista Sampaoli. Il Cile ha dimostrato di attraversare uno stato di forma migliore, certificato anche dal 5-0 alla Bolivia. L’Uruguay, però, insiste su due caratteristiche che spesso impensieriscono la difesa cilena: gioco aereo e contropiede. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero