Teniamoci stretta la nostra Var. Che sarà pure fonte di polemiche (e quando ci sono gli arbitri di mezzo, purtroppo nemmeno i robot le cancellerebbero...) ma che in Italia,...
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Ed è su questo aspetto che la classe arbitrale italiana sembra esserci concentrata maggiormente. Perché, dopo ogni gol che possa suscitare un minimo dubbio, c'è sempre un consulto Var. E' successo a Napoli, con il Var Mariani che indica a Gavillucci come il raddoppio del Napoli, segnato da Hamsik) sia irregolare la posizione dello stesso calciatore slovacco. Nell'esultare (prima dell'intervento Var) Hasmik rompe la bandierina del calcio d'angolo e si becca l'ammonizione: che resta (giustamente) anche dopo l'annullamento del gol, a differenza di quanto fece Damato in Roma-Cagliari (giallo tolto a Dzeko dopo rigore concesso con Var). Allora ci fu un errore di valutazione dell'arbitro, qui un dato di fatto, ovvero la rottura della bandierina che a termini di regolamento va punita. Consulto Var, e conferma dei gol, per Rocchi (buona direzione dopo le difficoltà di Champions) a Benevento, sia sul due a due del Crotone e sia sul 3-2 dei campani. Orsato non convince affatto nella gestione dei cartellini del derby di Torino (dubbi anche su un contatto Bernardeschi-Ansaldi in avvio di azione del gol della Juventus). All'appello ne mancano almeno tre: uno ad Ansaldi (brutto fallo su Pjanic), uno a Chiellini (manata a Belotti che può essere da rosso, ma non da prova tv) e uno a Sturaro (pestone a Obi).
Eccessivo, invece, uno dei due gialli di Tagliavento a Goldaniga, mentre Maresca fa bene a mostrare il doppio cartellino, a Milenkovic in Atalanta - Fiorentina. Il Var non chiama al video Doveri su un possibile rigore per fallo di mano aereo di Calabria perché non c'è certezza che il contatto tra pallone e mano (evidente) sia avvenuto in area. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero