ROMA A scorrere l'elenco degli errori della giornata di ieri, sorge spontanea una domanda: perché nella Can A le retrocessioni (dette anche dismissioni) sono bloccate...
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Giornata no pure per il teramano Calvarese, che all'Olimpico ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare. I suoi collaboratori, a cominciare da Banti (un altro che fa rimpiangere gli affidabili di un tempo) e dall'assistente Schedone, che hanno clamorosamente toppato sul gol del vantaggio della Lazio, non vedendo il fuorigioco di Lulic al momento dell'assist di Keita dalla destra. Non solo, a Calvarese (e stavolta all'altro assistente Posado e all'altro giudice di porta Pezzuto) è sfuggito anche il clamoroso fallo di mano di Basta, che avrebbe dato al Sassuolo un sacrosanto calcio di rigore. Lo stesso errore lo aveva fatto anche a parti invertite, su un mani di Peluso, che scivolando ha colpito con la mano il pallone. Fallo giudicato da Calvarese involontario, ma che in campo internazionale (e in altre situazioni della nostra serie A) viene sempre punito. A parecchi chilometri di distanza, invece, Fabbri, giovane destinato a finire presto nel dimenticatoio, a Crotone è stato largo di manica con il penalty concesso ai calabresi: il fallo di Spolli su Mesbah (con Trotta che litiga con il compagno Falcinelli per calciare il rigore) è davvero generoso. Messina spieghi, una volta per tutte, ai suoi allievi quand'è che il tocco in area sull'avversario va punito. Che ci sia almeno uniformità di giudizio.
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Il Messaggero