La passione della Roma: Lecce homo

La passione della Roma: Lecce homo
Tutto risale a dicembre dello scorso anno quando, a cavallo tra Natale e San Silvestro, Monchi, allora ds della Roma, cominciò a spifferare in giro che a fine stagione...

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Tutto risale a dicembre dello scorso anno quando, a cavallo tra Natale e San Silvestro, Monchi, allora ds della Roma, cominciò a spifferare in giro che a fine stagione avrebbe lasciato la Roma perché stanco di essere additato come il principale responsabile dell'annataccia dei giallorossi. In realtà, lui avrebbe voluto mollare tutto già in gennaio, poi si è fatto una ragione delle critiche della piazza in virtù del lauto assegno mensile che Jim Pallotta gli avrebbe accreditato in banca fino alla fine di giugno e si è tranquillizzato. Non sapeva (ma forse lo immaginava), che da lì ad un paio di mesi abbondanti sarebbe stato “costretto” a dimettersi, anche se solo i più tonti pensano che l'abbia fatto per rispetto di se stesso e non perché già contattato (contrattato?) dal Siviglia in cambio di uno stipendio due volte superiore a quello che percepiva a Trigoria.


Torniamo, però, alla fine di dicembre: una volta sparsasi la voce di Monchi in uscita dalla Roma, è cominciata in campo nazionale (e non solo) la caccia al prestigioso posto dell'ex portiere del Siviglia. Così, un ds si è affidato alla penna di un giornalista amico, un altro si è fatto sponsorizzare dal procuratore più elegante, un altro ancora ha fatto sapere di essere stato contattato già anni prima e c'è stato pure chi ha precisato che della Roma non gli fregava niente ma si vedeva da un chilometro di distanza che bluffava. E che, anzi, avrebbe pagato di suo per sistemarsi dietro una scrivania di viale Tolstoj, Roma Eur. Poi, c'è stato chi ha fatto trapelare in giro: prendete me, perché io vi porto Antonio Conte, mio concittadino di Lecce e mio grande amico. Lecce homo, verrebbe da dire. Gianluca Petrachi, attuale ds del Torino, ha usato questa strategia per ammaliare Pallotta e il suo management, compreso l'ideologo Franco Baldini. E, passo dopo passo, e sempre rigorosamente in assoluto silenzio (mai una conferma delle voci, ma neppure mai una smentita: solo le frecciate velenose, e molto indicative, di oggi al presidente granata Cairo), Petrachi ha scavalcato più di un concorrente, al punto che oggi proprio lui viene indicato come il probabile, prossimo direttore sportivo della Roma.

Ma, adesso, scatta la domanda: Petrachi quindi porterà Conte, dal primo luglio liberissimo di scegliere dove andare, alla Roma? Va detta subito una cosa: se, qualche tempo fa, il tecnico salentino all'amico ha risposto «No, grazie», adesso siamo al «Possiamo parlarne». Cosa peraltro già accaduta. E frutto non solo del lavoro di Petrachi, ma anche di uomini della Roma e/o di fiducia della Roma. Conte, insomma, ha aperto alla possibilità di finire sulla panchina giallorossa, ma non è ancora convinto al cento per cento di dire sì. Non tanto (o forse non solo) per una questione di soldi, bensì di programmi. Di certezze, non di parole. Di garanzie certe, concrete. Si racconta che, in questi giorni, uomini della Roma e/o di fiducia della Roma stanno bombardando Conte a tappeto: promesse, mercato, acquisti e cessioni. Di tutto, di più. Un corteggiamento a tutto campo, senza esclusione di colpi di scena. Un quadro chiaro, anche se non va dimenticato che sulle tracce di Conte ci sono almeno un paio di ricchissimi club stranieri smaniosi di porre rimedio al disastro Champions dei mesi passati e uno italiano di proprietà straniera che non ha (ancora) deciso se mollare il costoso allenatore attuale e spendere qualcosa come una trentina di milioni euro (lordi) nella prossima stagione, e non solo, per due allenatori.
Ma il tempo della verità non è lontano, ormai.

La cosa singolare è che, di fatto, chi sta cercando di ingaggiare il prossimo allenatore della Roma oggi non lavora per la Roma. Ma in un club in cui il primo collaboratore di Pallotta risiede tra Londra e Città del Capo, tutto sembra far parte di una consumata strategia aziendale. Con l'avanzare, però, dell'ipotesi di uno scenario pittoresco: e se Petrachi, che aveva assicurato l'ingaggio di Conte, arrivasse alla Roma senza Conte?

Dovesse accadere questo, la contromossa della Roma sarebbe già pronta: Conte???? E chi l'ha mai cercato. Petrachi??? Lo seguivamo già prima che prendessimo Monchi. Il nuovo allenatore XY? E' sempre stato la nostra prima scelta. E il pallone continuerà a rimbalzare. Come sempre.

Capitolo Totti. Al di là delle assicurazioni (?) partorite dal Mondo Roma dopo il recente viaggio di Massara a Boston, il Capitano continua ancora a essere più un gagliardetto che un dirigente operativo della società giallorossa. Novità, sotto questo aspetto, potrebbero esserci solo dopo aver conosciuto il nome del nuovo allenatore: di certo, qualora toccasse a Sarri (non libero il prossimo primo luglio di scegliere dove andare a lavorare), che è identificato come uomo strettamente legato a Baldini, Totti continuerebbe a fare soltanto quello che sta facendo adesso; qualora arrivasse un altro tecnico, tipo Conte, molto meno legato a Baldini, per Francesco potrebbero/dovrebbero aprirsi altre prospettive.


Finalino su De Rossi: tra poco più di due mesi, a Daniele scadrà il contratto con la Roma e ancora nessuno a Trigoria o via Tolstoj gli si è avvicinato per parlare di futuro (o anche di non futuro). Baldini, specialista nel trattare (decidere) i fine carriera dei capitani della Roma, perché non fa un salto a Roma, zona Eur Laurentina?



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Il Messaggero